Homo comfort
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La tecnologia conduce a vere e proprie mutazioni antropologiche che coinvolgono non solo la politica e l’economia ma le nostre percezioni sensoriali. Stefano Boni in HOMO COMFORT indaga la cifra esistenziale ed esperenziale di tale importante distacco analitico tra ‘benessere’ e ‘tecnologia’. La modernità ha fatto della ‘comodità’, e del suo desiderio indotto, uno dei tanti ‘consumi’ nonché dogma assoluto della crescita. Homo comfort, placidamente accomodato nelle sue evasioni passive, ha mutato inesorabilmente vista, udito, olfatto, gusto e tatto. Le esperienze e i saperi artigianali, manuali, tecnici dell’animale umano sono quasi solo un ricordo da musealizzare, riciclare, simbolizzare per il marketing dei prodotti ‘biologici’ ‘naturali’, ‘ecofriendly’. In realtà la continua schermatura subita dal corpo – costretto a non sentire più il peso delle cose, la fatica degli spostamenti, nonché i cambiamenti delle stagioni, il sapore degli alimenti, la fattezza dei materiali grezzi – è fonte di ecofobie, schifi, immunità organiche di vario genere ma soprattutto tecnocidi e ignoranze sempre più deleterie nei confronti dell’autodiagnosi, la manutenzione, la riparazione, la costruzione degli utensili. A collassare dunque, non è più una civiltà ma l’intero sistema tecno-economico di cui l’attuale crisi “è solo lo sbiadito preludio”….
Ore 19:00 presentazione libro e dibattito
A seguire cena sociale ad oferta libera