L’Italia nel Mediterraneo e in Medio Oriente
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Quando
Giovedì 27 Settembre 2012
Dove
Parco Esposizioni Novegro – Milano
-
via Novegro s/n, V.le Esposizioni
20054
Segrate
(Mi)
Italy
L’Italia nel Mediterraneo e in Medio Oriente: Cooperazione internazionale e Società Civile per la Democrazia e la Pace
Centro Congressi Cariplo – via Romagnosi 8 – MILANO
27 settembre 2012 (14,30 – 17,30) ore 14 registrazione dei partecipanti
“Si può dire che buona parte dei Paesi Arabi ha adottato per anni politiche basate sulle indicazioni fornite dall’accordo di partenariato Euro Mediterraneo e dagli accordi bilaterali, ma anche seguendo le indicazioni di istituzioni internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale.
Queste politiche erano fondate principalmente su scelte economiche che miravano all’integrazione nell’economia globale, promuovendo gli investimenti stranieri allo scopo di aumentare il tasso di crescita laddove invece c’era la necessità di ridurre o snellire
il sistema normativo nazionale, il ruolo dello Stato e di rafforzare il settore privato verso un’economia liberale e verso il libero
mercato. Dopo decenni di implementazione di queste tendenze e di queste scelte i risultati non sembrano particolarmente positivi! Non abbiamo raggiunto lo sviluppo e stiamo ancora affrontando importanti sfide economiche e sociali come la povertà, la disoccupazione o l’emarginazione sociale. Ora, dopo le rivoluzioni, è fondamentale identificare quali motivi e ostacoli siano realmente alla base di queste inefficienze politiche.”
E’ molto esplicito Ziad Abdel Samad dell’ Arab NGO Network for Development (ANND), nell’intervista che ci ha rilasciato nei giorni
scorsi per essere presentata al seminario sulla cooperazione nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Così come Padre Paolo Dall’Oglio
che ci richiama ad una condivisione di intenti e di pratiche forti e coerenti con i reali bisogni della Regione.
Questa è la sfida che la Piattaforma ONG italiane Medio Oriente e Mediterraneo ha voluto raccogliere nell’organizzare un Fuori Forum, che richiami a scelte di cooperazione capaci di uscire da rigidi schemi culturali, tecnici e burocratici, per contribuire in modo
significativo ai complicati processi di pacificazione, di tutela dei diritti, ma anche di un indispensabile ed equo sviluppo economico di
cui tutta l’area ha urgente bisogno.
Centro Congressi Cariplo – via Romagnosi 8 – MILANO
27 settembre 2012 (14,30 – 17,30) ore 14 registrazione dei partecipanti
“Si può dire che buona parte dei Paesi Arabi ha adottato per anni politiche basate sulle indicazioni fornite dall’accordo di partenariato Euro Mediterraneo e dagli accordi bilaterali, ma anche seguendo le indicazioni di istituzioni internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale.
Queste politiche erano fondate principalmente su scelte economiche che miravano all’integrazione nell’economia globale, promuovendo gli investimenti stranieri allo scopo di aumentare il tasso di crescita laddove invece c’era la necessità di ridurre o snellire
il sistema normativo nazionale, il ruolo dello Stato e di rafforzare il settore privato verso un’economia liberale e verso il libero
mercato. Dopo decenni di implementazione di queste tendenze e di queste scelte i risultati non sembrano particolarmente positivi! Non abbiamo raggiunto lo sviluppo e stiamo ancora affrontando importanti sfide economiche e sociali come la povertà, la disoccupazione o l’emarginazione sociale. Ora, dopo le rivoluzioni, è fondamentale identificare quali motivi e ostacoli siano realmente alla base di queste inefficienze politiche.”
E’ molto esplicito Ziad Abdel Samad dell’ Arab NGO Network for Development (ANND), nell’intervista che ci ha rilasciato nei giorni
scorsi per essere presentata al seminario sulla cooperazione nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Così come Padre Paolo Dall’Oglio
che ci richiama ad una condivisione di intenti e di pratiche forti e coerenti con i reali bisogni della Regione.
Questa è la sfida che la Piattaforma ONG italiane Medio Oriente e Mediterraneo ha voluto raccogliere nell’organizzare un Fuori Forum, che richiami a scelte di cooperazione capaci di uscire da rigidi schemi culturali, tecnici e burocratici, per contribuire in modo
significativo ai complicati processi di pacificazione, di tutela dei diritti, ma anche di un indispensabile ed equo sviluppo economico di
cui tutta l’area ha urgente bisogno.
Per il programma, scaricarlo qui