Ari: «Ddl Coltivaitalia, poche novità e per nulla positive»
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L’Associazione Rurale Italiana prende posizione critica sul Ddl Coltivaitalia: «Poche novità e per nulla positive», spiegano dall'associazione.
L’Associazione Rurale Italiana prende posizione critica sul Ddl Coltivaitalia: «Poche novità e per nulla positive», spiegano dall’associazione.
Il testo del Ddl «è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 luglio 2025, ma il solo documento al momento disponibile è una bozza non ufficiale reperibile online» spiegano da Ari. Da quel testo si ricava «ad esempio che si promuove l’assunzione di 37 unità al Crea (ricercatori e tecnici) e si aggiungono altri 10 milioni di euro per la digitalizzazione delle aziende agricole sperimentali dello stesso Crea. Sarà il premio per l’introduzione dei nuovi Ogm in Italia? E si allargano i poteri d’intervento di Agea, che cambia nome in AgeaIT trasformandola in un “hub tecnologico” con compiti aggiuntivi oltre quelli di ente pagatore. C’è poi un occhio al Sud (si vota in Puglia…). Dopo i danni fatti con l’estirpazione degli olivi, si corre ai ripari proponendo però la stessa medicina: affari, con un finanziamento (articolo 5) di 300 milioni euro per il periodo 2026-2028 per reimpianti con cultivar resistenti (resistenza supposta al momento) con modalità d’impianto di tipo industriale (più piante per ettaro, a rapida crescita e bisognose di molta acqua). L’olivicoltura intensiva non è un buon affare: costa e non dura».
«Poi il governo ha deciso che le filiere strategiche sono frumento e carne bovina – prosegue l’associazione – Per il frumento (articolo 2) c’è un credito d’imposta del 20-40% per contratti di filiera triennali/quinquennali (limite di 10 milioni euro per il 2026); per la carne bovina (articolo 3) finanziamenti per 300 milioni di euro (2026-2028) per investimenti in: acquisto di manze riproduttrici (poiché la rimonta nelle stalle ultra specializzate ormai è impossibile); produzione di vitelli da incrocio, svezzamento e ingrasso, cioè ancora soldi per la zootecnia industriale, con il corollario dei fondi per aumentare la produzione di soia e quelli già distribuiti ai produttori di mais».
«C’è un elemento che apprezziamo, quello relativo all’accesso alla terra e che sembra copiato pari pari dalla vecchia proposta di legge avanzata dal movimento contadino che giace ancora in Parlamento dopo essere stata approvata alla Camera all’unanimità nella precedente legislatura – proseguono da Ari – Gli articoli 8 e 9 prevedono il comodato gratuito di terreni Isma a chi ha meno di 41 anni con una opzione d’acquisto al 50% del valore e istituisce le “Banche comunali delle terre” per il recupero dei terreni abbandonati ,dando la possibilità ai Comuni di attivarsi per facilitare l’accesso alla terra».
«C’è da chiedersi se siano soldi nuovi o se magari sono quelli sottratti alle aree interne, che secondo un recente documento ufficiale del governo dovranno essere accompagnate al declino – prosegue Ari – Da quello che è dato sapere quasi tutte le risorse (articoli 1, 3, 4, 5, 10) attingono al Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027. La gestione dei fondi, da parte governativa, richiede una grande mole di decreti attuativi: 16 articoli su 20 richiedono decreti operativi. Di conseguenza sono prevedibili procedure complesse per accedere ai fondi. E chi gestirà le domande per accedervi? Per ridurre i tempi e snellire le procedure è necessario alleggerire il carico burocratico, quindi avranno ancora più peso i Centri autorizzati di assistenza agricola, quindi i fondi saranno sotto il controllo delle maggiori organizzazioni agricole…».
LETTURE UTILI
L’agricoltura non industriale c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole finiscano per favorire i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa. I contadini, seppur ostacolati, continuano a rappresentare l’alternativa concreta alle lobby del cibo-merce.


