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Economia sociale: l’accesso al credito per il Terzo Settore

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Il Terzo Settore per sostenersi ha bisogno di fonti diversificate di entrate e, non ultimo, anche l'accesso al credito. Mentre nelle banche convenzionali quest'ultimo resta molto contenuto, Banca Etica si distingue con una quota molto maggiore.

Economia sociale: l’accesso al credito per il Terzo Settore

Il Terzo Settore per sostenersi ha bisogno di fonti diversificate di entrate e, non ultimo, anche l’accesso al credito. Mentre nelle banche convenzionali quest’ultimo resta molto contenuto, Banca Etica si distingue con una quota molto maggiore.

Oggi in Italia l’economia sociale rappresenta quasi il 9% del Pil, con circa 428.000 organizzazioni, 1,9 milioni di occupati e oltre 5,5 milioni di volontari e Banca Etica si distingue per il suo focus proprio sul Terzo settore e sull’economia sociale. «La quota di finanziamenti erogati alle istituzioni senza scopo di lucro si attesta infatti al 18,1% degli impieghi complessivi a imprese e organizzazioni – fanno sapere da Banca Etica – Questa quota sale al 44,7% includendo le cooperative sociali. E raggiunge il 60% se si comprendono tutte le cooperative. Questi numeri rappresentano una netta controtendenza rispetto al panorama bancario nazionale, dove, secondo i dati di Banca d’Italia, le non profit (escludendo le imprese sociali e le cooperative) ricevono solo l’1% dei prestiti totali erogati dal sistema bancario alle imprese (circa 6,7 miliardi su un totale di 667 miliardi). L’analisi sui clienti persone giuridiche di Banca Etica evidenzia inoltre che, nonostante gli shock economici recenti, la qualità del credito nel portafoglio di Banca Etica si mantiene positiva, con bassi tassi di deterioramento, grazie alla diversificazione delle fonti e al forte legame con il territorio che caratterizza gli enti». 

«Gli enti del Terzo settore avranno sempre più esigenza di curare la dimensione finanziaria della propria attività – proseguono da Banca Etica – E la ricerca “Finanza Etica ed economia sociale: sfide e prospettive per il Terzo settore” (curata da Banca Etica e Forum Terzo Settore) conferma il grande valore della diversificazione delle fonti su cui il Terzo settore fa affidamento: autofinanziamenti (tesseramento, prestito sociale); contributi pubblici (bandi, incentivi, 5×1000), donazioni, crowdfunding, sponsorizzazioni. Questo mix è strategico e andrà  sviluppato, ma non potrà che rappresentare una parte di un set più ampio di soluzioni alle quali sarà importante accedere in modo più significativo, a cominciare da quelle di credito ordinario. Lo studio sottolinea la necessità di far evolvere il rapporto tra Terzo settore e finanza attraverso una maggiore conoscenza reciproca, lo sviluppo di criteri di valutazione ad hoc e l’adozione di misure legislative, come il rafforzamento degli schemi di garanzia (es. Fondo Centrale di Garanzia) per gli enti del Terzo settore non commerciali e il superamento stabile dei tetti al 5×1000. Fondamentale sarà poi l’adozione anche in Italia del Piano Nazionale dell’Economia Sociale, previsto dalla UE, che dovrà sviluppare e stabilizzare politiche, misure di sostegno finanziario e non solo, dal trattamento fiscale agli aiuti di stato dedicati, al potenziamento degli strumenti finanziari e di garanzia, alle risorse pubbliche ed europee a disposizione, fino all’implementazione di strumenti previsti dal Codice del Terzo settore non ancora operativi, come i Titoli di Solidarietà (art. 77 del dlgs 117 del 2017). Si tratta di obbligazioni, altri titoli di debito o certificati di deposito che possono essere emessi da istituti di credito con l’obiettivo di raccogliere denaro da impiegare esclusivamente per finanziare le attività istituzionali degli Enti del Terzo settore (ETS), e sono in attesa del nulla osta dell’Unione europea».

«La finanza etica non è solo un partner, ma un vero e proprio motore di sviluppo per l’economia sociale. Oltre 25 anni fa Banca Etica è nata dal Terzo settore per il Terzo settore, e la nostra missione è da sempre quella di sintonizzarci con i bisogni reali di queste organizzazioni. Abbiamo sviluppato competenze specifiche e uniche nel panorama bancario su questi temi, accreditando il nostro modello di business quale riferimento strategico per istituzioni internazionali di primo piano (Banca Europea per gli Investimenti -BEI e Fondo Europeo per gli Investimenti – FEI), come pure in Italia, dove Banca Etica è stata ingaggiata dal Ministero dell’economia e delle finanze nella costruzione dell’Action Plan nazionale» dichiara Federica Ielasi, vicepresidente di Banca Etica.

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