Siamo malati d’igiene?
Troppa igiene fa male, lo diceva già nel 2001 il New England Journal of Medicine. Impedire, soprattutto ai bambini, di entrare in contatto con germi e batteri o addirittura usare disinfettanti e detergenti troppo aggressivi impoverendo la flora batterica che popola il nostro corpo ci espone ad un alto rischio di malattie, poiché il sistema immunitario non si allena e non si rafforza e per di più al nostro corpo vengono a mancare anche i batteri «buoni». Eppure ci sentiamo ripetere ogni giorno dai media e dagli esperti che occorre disinfettare, igienizzare, sterilizzare, evitare i contatti e in proposito vengono proposti e commercializzati molteplici prodotti, il cui giro d’affari è milionario.
Le soluzioni probabilmente più diffuse per l’igiene degli ambienti, della persona e addirittura anche degli alimenti sono quelle a base di ipoclorito di sodio (il sale sodico dell’acido ipocloroso, NaClO: in parole semplici si tratta di un prodotto a base di cloro), tra cui la candeggina, la varechina per gli ambienti e l’Amuchina in forma purificata per la disinfezione personale e degli alimenti.
Ma sono veramente sicure ed efficaci?
Riguardo l’igiene personale, sono sicuramente estremamente più aggressive per la pelle rispetto al normale lavaggio con acqua e sapone. Non dimentichiamo che distruggere tutti i batteri presenti sull’epidermide la priva anche delle difese necessarie costituite proprio dai batteri «buoni». Cosa ci mettiamo sulle mani «Le soluzioni acquose di ipoclorito di sodio intorno al 5% vengono vendute sotto svariati nomi commerciali» spiega il dottor Mauro Damiani, chimico 68enne con alle spalle attività di ricerca in campo farmaceutico e metallurgico e sostenitore dell’igiene naturale. «Da più di cinquant’anni diversi ricercatori hanno messo in relazione l’uso del cloro e dei suoi composti nella disinfezione dell’acqua potabile con l’enorme sviluppo delle malattie cardiocircolatorie».
Quindi risulta evidente che un prodotto a base di cloro utilizzato per la disinfezione del corpo e dei cibi non ha effetti benefici sulla salute. I prodotti a base di cloro sono stati inoltre associati a problemi alle vie respiratorie, come l’asma. E non è tutto. I lavoratori dell’industria cartaria che utilizza il cloro come sbiancante sono sottoposti ad un aumentato rischio di contrarre tumori al sistema linfatico ed allo stomaco. Almeno 18 studi hanno correlato l’insorgenza di alcuni tipi di cancro nell’uomo all’uso di acque potabili trattate con il cloro, e uno studio del 1988 aveva già rilevato che un gruppo di non fumatori che aveva utilizzato acqua clorata per 50 anni mostrava un tasso di cancro alla vescica superiore di quattro volte rispetto ad un gruppo di controllo dissetato con acqua non clorata.
I rischi per l’apparato digerente
«Utilizzando tali soluzioni per la disinfezione degli alimenti si rischiano danni a carico delle membrane dell’apparato digerente e alla nostra preziosa flora intestinale» conclude il chimico. Già, perché quando laviamo frutta e verdura con ipoclorito di sodio, possono rimanere residui che poi vengono ingeriti e questa sostanza è capace di uccidere il 99% dei batteri senza però distinguere tra «buoni» e «cattivi». Da sottolineare poi come l’Amuchina non elimini gli inquinanti di tipo chimico, quindi non è in grado di eliminare da frutta e verdura gli eventuali residui di pesticidi. Una nota associazione di consumatori ha dimostrato che il semplice lavaggio con acqua e bicarbonato elimina gli agenti dannosi più di ogni altra cosa e senza rischi.
Batteri mutanti
Ma l’utilizzo di disinfettanti e detergenti antibatterici porta anche alla formazione di batteri mutanti super-resistenti, che sviluppano proprio la capacità di sopravvivere a tali disinfettanti aggressivi. A sancirlo è stato un team di ricercatori guidati dal professor Glenn Kaatz del Department of veterans affairs medical center di Detroit.
I ricercatori hanno esposto campioni di batteri a basse concentrazioni di diversi biocidi e tinture usati per igienizzare e hanno scoperto che, dopo il trattamento, i batteri mutanti che si erano formati avevano sviluppato una straordinaria capacità di liberarsi delle sostanze chimiche potenzialmente dannose.
I prodotti che uccidono i batteri, è la scoperta principale dello studio, possono rendere ancora più potente il pericoloso Stafilococco aureo, regalandogli una sorta di scudo. Insomma, i battericidi spesso hanno in realtà un effetto dannosissimo, perché selezionano batteri che sviluppano resistenza a tali sostanze. La selezione di ceppi di batteri resistenti è già un problema negli ospedali, ma usando questi prodotti igienizzanti rischiamo di far sviluppare questi super-microrganismi anche in casa.
Troppa igiene fa male
Inoltre, come segnalano da tempo molti pediatri, immunologi e microbiologi, un ambiente «troppo igienico» non fa affatto bene al sistema immunitario, specie a quello dei bambini. Un bimbo che vive i primi anni di vita in una casa sterilizzata in cui i microrganismi vengono eliminati sistematicamente con detergenti antibatterici, derivati del cloro, alcol o altro, svilupperà un sistema immunitario debole e probabilmente anche varie allergie.
«È vero, di troppa igiene ci si può ammalare» spiega il dottor Eugenio Serravalle, pediatra omeopata di Pisa e autore di diversi libri sulla salute dei bambini. E aggiunge: «L’Amuchina, come tanti altri disinfettanti, riduce la risposta TH1 del sistema immunitario, favorendo l’insorgere di patologie allergiche».
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