Associazione Rurale Italiana: «Fermare l’accordo Ue-Mercosur»
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L’Associazione Rurale Italiana e l’organizzazione Via Campesina hanno lanciato un appello a governo e parlamento per fermare il trattato Ue-Mercosur: «Ignorati i rischi legati a sicurezza alimentare e diritti».
L’Associazione Rurale Italiana e l’organizzazione Via Campesina hanno lanciato un appello a governo e parlamento per fermare il trattato Ue-Mercosur: «Ignorati i rischi legati a sicurezza alimentare e diritti».
«Il trattato di “libero scambio” tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay) causerà danni irreversibili all’agricoltura italiana e ai sistemi alimentari europei» dicono le due organizzazioni. Mentre infatti l’agricoltura italiana tende ad avere produzioni diversificate e ad alto valore aggiunto, quella dei Paesi del Mercosur è specializzata in produzioni di massa e a basso costo, che rischiano di invadere il mercato europeo e italiano a spese degli agricoltori europei e italiani appunto.
«Attualmente, il 75% degli scambi è concentrato sul Brasile, e ciò rende l’accordo commerciale vulnerabile a causa dell’instabilità politica ed economica del Paese – spiegano le organizzazioni – per non parlare poi dell’Argentina». Inoltre «l’analisi sui possibili impatti dell’accordo ignora i rischi legati alla sicurezza alimentare e alla violazione dei diritti umani; così come ignora i rischi legati alle differenze negli standard sanitari e fitosanitari rispetto ai Paesi del Mercosur (uso di antibiotici e pesticidi vietati in Europa), quindi i rischi per ambiente e salute umana – proseguono le organizzazioni – Le false promesse della Commissione europea non ci proteggeranno, né ci proteggeranno ulteriori meccanismi di salvaguardia illusori che in passato si sono dimostrati incapaci di prevenire le crisi anche quando esse erano altamente prevedibili. Qualora passasse, l’accordo commerciale Ue-Mercosur aggraverà anche le disparità tra gli agricoltori dell’Ue. Dobbiamo fermare l’Ue-Mercosur per sopravvivere. Se perdiamo i nostri agricoltori, lasciamo l’agricoltura alla mercé dell’avidità delle multinazionali e all’instabilità del mercato globale».
«Fermare l’accordo significa tutelare gli agricoltori italiani e il valore economico e sociale delle produzioni di piccole e medie aziende, difendere la sovranità alimentare dell’Italia e dell’Europa» concludono i sottoscrittori dell’appello.
LETTURE UTILI
L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.

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La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

