Un mondo di multinazionali: il nuovo rapporto del CNMS
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«Molte multinazionali hanno fatturati superiori al prodotto interno lordo degli Stati e usano il loro potere per condizionare le scelte di governi e parlamenti»: la denuncia del nuovo Rapporto del Centro Nuovo Modella di Sviluppo.
È uscito il nuovo rapporto del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, dal titolo “Top 200. La crescita del potere delle multinazionali”, che fornisce dati che fanno riflettere.
«Secondo l’Unctad, i gruppi multinazionali sono 320.000 per un totale di 1 milione e 116.000 filiali. Non sono disponibili dati complessivi sui dipendenti, ma tenendo conto dei dati storici e dei dati parziali provenienti da varie fonti, si può giungere a una stima prudente di 130 milioni di dipendenti, pari al 4% degli occupati mondiali. Il fatturato complessivo è stimato in 132.000 miliardi di dollari, mentre i profitti netti (depurati dalle tasse), sono stimati in 7200 miliardi di dollari» si legge nel rapporto.
Si può stimare che le prime 200 multinazionali da sole contribuiscano al 19% del fatturato globale di queste società. «Un raffronto con il 2014 indica una crescita delle Top200 su tutti i fronti. L’avanzata principale si registra nei profitti, cresciuti del 93% in 10 anni. Altrettanto sostenuta la crescita del fatturato pari al +35%. La voce dei dipendenti è quella cresciuta di meno, segno del crescente ricorso al contoterzismo – prosegue il rapporto – Infatti, mentre un tempo le imprese tendevano a integrarsi verticalmente, in modo da controllare tutte le fasi della produzione, oggi preferiscono appaltare il più possibile all’esterno, possibilmente in paesi a bassi salari, per ridurre i loro costi di produzione».
«Dal punto di vista del fatturato e dei dipendenti il settore più voluminoso è quello del commercio, mentre dal punto di vista dei profitti il settore più redditizio è quello tecnologico».
Relativamente alle prime duemila multinazionali, «Forbes informa che il 31% delle capogruppo è domiciliato negli Usa, il 14% in Cina, il 9% in Giappone. In termini di continenti, quello che ne ospita di più è l’Asia con il 39% – si legge ancora – Dalla stessa fonte si apprende che nel 2024, il fatturato complessivo dei primi duemila gruppi ammonta a 52.900 miliardi di dollari e i profitti a 4900 miliardi di dollari. Molte multinazionali hanno fatturati superiori al prodotto interno lordo degli Stati e usano il loro potere per condizionare le scelte di governi e parlamenti».
«Alcune delle associazioni create dalle multinazionali per svolgere attività di lobby politica sono: ERT (European Roundtable of Industrialists), USCIB (United States Council for International Business), ICC (International Chamber of Commerce) e GABC (German American Business Council). Se elenchiamo gli Stati in base al Prodotto Interno Lordo e le multinazionali in base al fatturato, fra i primi cento posti siedono 42 multinazionali, precisando che la prima compare al 23° posto, appena dopo Taiwan. Il quadro cambia radicalmente se anziché in base al Prodotto Interno Lordo, elenchiamo gli Stati in base agli introiti governativi. Rappresentazione più reale perché basata su criteri più omogenei. Osservando questi dati, fra i primi cento posti siedono ben 67 multinazionali, con la prima multinazionale che compare al 13° posto, prima dell’Australia».
Il rapporto presenta anche un focus sul “mercato” della scuola, sul riarmo europeo e sulle “false lacrime” dell’industria automobilistica europea.
QUI per scaricare il rapporto completo


