Non basta riciclare
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L’invasione dei rifiuti in plastica e l’appello di Greenpeace a tutti i cittadini.
«Ogni minuto, ogni giorno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce negli oceani, provocando la morte di tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini: il mare non è una discarica!». È l’allarme lanciato da Greenpeace che richiama ad un’azione immediata da parte dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni. Ma quale può essere la soluzione?
Il rapporto commissionato dall’associazione ambientalista e realizzato dalla Scuola agraria del parco di Monza lancia un messaggio chiaro e inequivocabile: riciclare non basta. A livello globale e nazionale aumenta costantemente l’immissione di materie plastiche nell’ambiente, un trend che non è accompagnato da un adeguato tasso di riciclo dei materiali per una loro seconda vita. Fare una corretta raccolta differenziata è un dovere imprescindibile per ogni cittadino, ma è ormai chiaro che il riciclo da solo non basta più, perché le aziende continuano ad aumentare la produzione di plastica, che se segue gli sviluppi attuali è destinata a quadruplicarsi entro il 2050!
«Le aziende sanno benissimo che tutta la plastica non viene riciclata: è ora che si assumano le loro responsabilità» tuona Greenpeace.
I dati, riferiti al nostro paese, parlano da soli: il totale immesso al consumo nel 2017 è stato pari a 2.271.000 tonnellate/anno, a fronte del quale il totale riciclato è stato pari a 986.000 tonnellate, corrispondente al 40%, un dato allineato alla media europea. In altre parole, al di là di tutti i nostri sforzi, la montagna di plastica continua a crescere. La maggior parte dei materiali plastici che riusciamo a recuperare finisce ancora per alimentare gli inceneritori (43,5%); il 40%, come abbiamo già visto, va al recupero e il restante 16,5% finisce in discarica o chissà dove disperso nell’ambiente.
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Dicembre 2018
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