A scuola di pastorizia estensiva
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Sulle pendici del Gran Sasso, a Calascio (L'Aquila), è partita la Scuola di perfezionamento per la pastorizia estensiva, iniziativa promossa da Slow Food.
di Paola Bogliolo
Sulle pendici del Gran Sasso, a Calascio (L’Aquila), è partita la Scuola di perfezionamento per la pastorizia estensiva, iniziativa promossa da Slow Food.
Dalla gestione del pascolo alla conservazione della biodiversità, dalla produzione alimentare sostenibile al marketing territoriale, «la Scuola valorizza un modello di sviluppo sostenibile per le terre alte e si propone di affiancare alla formazione pratica una narrazione innovativa del mestiere del pastore – spiegano da Slow Food – L’offerta formativa è articolata in otto masterclass tra il 2025 e la primavera del 2026. Le prime lezioni si sono appena concluse e il prossimo appuntamento è in programma tra il 5 e l’11 ottobre: si parlerà di produzioni e di come gestire le conflittualità con i predatori selvatici».
Si può ancora iniziare la propria candidatura per partecipare alle prossime lezioni scrivendo all’indirizzo info.scuolapastoriziacalascio@gmail.com.
La scuola si rivolge ad aspiranti pastori, a forestali, veterinari e agronomi, ma anche a chi ha già dimestichezza con animali e greggi: «Ho deciso di iscrivermi a questa scuola per restare al passo coi tempi e per imparare qualcosa in più oltre a quello che mi hanno trasmesso mio nonno e mio papà» racconta la giovane Giorgia D’Amato, una delle prime iscritte. Anche Francesca Paciocco, studentessa in Scienze forestali e ambientali, ha già seguito i primi corsi: «Ho il cuore in Abruzzo, specialmente su queste montagne, e sono qui perché tengo enormemente al mio territorio. Un’iniziativa come questa mi sembra vitale per la sopravvivenza di ambienti preziosi: dobbiamo tornare alla montagna e non solo la domenica per una passeggiata: occorre far rifiorire ambienti antichi, far ripartire piccole aziende, far capire alle persone cosa c’è intorno a un pezzo di formaggio e di carne». Servono «più allevatori e meno scaldapoltrone» è l’invito ai suoi coetanei del trentino Alex Beltempo, che alleva capre di razza Pezzata Mochena, una razza autoctona inclusa sull’Arca del Gusto, una passione ereditata dai genitori. «Sono qui per imparare, perché come tutti in tutti i settori, occorre fare aggiornamenti».
«Fare il pastore non significa solo gestire il gregge, servono competenze nuove: la Scuola di perfezionamento per la pastorizia estensiva nasce da questa consapevolezza» sostiene Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia. «Il pastore ha un ruolo strategico nella conservazione del paesaggio e della biodiversità e nella produzione di servizi ecosistemici. Per questo occorrono nozioni diverse, oltre a saper gestire bene un gregge, che spaziano dalle scienze veterinarie alla botanica, passando naturalmente dalla approfondita conoscenza delle normative che regolano il settore dell’allevamento e della trasformazione dei prodotti».
«Quando parliamo di pastorizia il pensiero va subito alle pecore, ma non si tratta solo di questo – aggiunge Jacopo Goracci, zootecnico, consulente Slow Food e docente della Scuola di pastorizia di Calascio – Pensiamo, ad esempio, ai bovini nel bosco o ai suini al pascolo. Nelle terre alte, in collina o in montagna, nelle aree interne dell’Italia, gli animali hanno la possibilità di scegliere, cosa mangiare, quando riprodursi. Un patrimonio inestimabile».
Qui il programma completo della scuola
Foto: Slow Food
LETTURE UTILI
GALLINE FELICI IN PERMACULTURA
In questo libro, gli autori ci guidano attraverso l’applicazione dei principi della permacultura per progettare un nuovo modello di gestione delle galline e degli spazi che le ospitano. Con questo manuale, valido sia per piccoli allevamenti che per impianti professionali, si può:
• Approfondire le caratteristiche etologiche della gallina, scoprirne storia, bisogni ed esigenze.
• Progettare spazi interni ed esterni per accogliere correttamente questo animale e integrarlo in un frutteto, in una vigna, in un uliveto e nell’orto, producendo compost di qualità.
• Decidere quale tipo di pollaio utilizzare, fisso o mobile.
• Ottenere informazioni chiare su quale razza scegliere, come alimentarla correttamente e come proteggerla da malattie e predatori.

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L’autore passa in rassegna, paese per paese, i diversi aspetti che assume l’apicoltura naturale e senza trattamenti; analizza i rischi e le difficoltà pratiche che deve affrontare chi vuole sospendere i trattamenti contro la varroa e le altre più comuni patologie apistiche, confrontando i risultati concreti, in termini di sopravvivenza delle colonie e raccolta di miele. Questo libro chiarisce che cosa vada inteso per “apicoltura senza trattamenti” e analizza gli stimoli più interessanti provenienti dalla recente ricerca biologica sull’ape, grazie a scienziati come Ritter, Seeley, Tautz e altri. Il fine è sviluppare una pratica apistica rispettosa delle esigenze e del benessere delle api.

