Dodici passi per costituire un gruppo unito e funzionale
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Sapete cos’è la permacultura umana? Lo spiega bene Bernard Alonso, formatore di lunga esperienza, che ci indica dodici passi per “permacoltivare” il gruppo in cui siete inseriti. Potrete applicare questi dodici passi ai vostri momenti formativi, in famiglia, al lavoro, con i vicini o nel quartiere dove abitate.
Sapete cos’è la permacultura umana? Lo spiega bene Bernard Alonso, formatore di lunga esperienza, che ci indica dodici passi per “permacoltivare” il gruppo in cui siete inseriti. Potrete applicare questi dodici passi ai vostri momenti formativi, in famiglia, al lavoro, con i vicini o nel quartiere dove abitate.
1. Formulare con chiarezza il comune intento del gruppo
A chi e a cosa servirà il progetto collettivo su cui state lavorando? Seneca diceva: «Se un uomo non sa verso quale porto naviga, nessun vento è favorevole». Ciò è vero sia a livello individuale che di gruppo. Avere una visione chiara dell’obiettivo è la chiave per canalizzare al meglio gli sforzi di tutti verso quello scopo, stimolando la creatività. L’obiettivo deve anche riuscire ad “accendere il fuoco” del gruppo e ad alimentarlo. Quando l’entusiasmo è alto, resta poco spazio per sterili conflitti tra le persone.
2. Passare dall’Io al Noi
A scuola a ciascun studente viene dato un voto per ogni compito eseguito e in ufficio, o comunque sul luogo di lavoro, cerchiamo di distinguerci dai colleghi nella speranza di ricevere un riconoscimento. Quindi gli interessi individuali prendono il sopravvento su quelli del gruppo e questa atmosfera di competizione crea tensione nelle relazioni: ognuno difende il proprio spazio, il potere è imposto dall’alto e l’Io si sente minacciato dal Noi. Una tale competizione non è utile se si vuole dare seguito a un lavoro di gruppo, poiché finisce per prevalere la rivalità e si lotta inutilmente per ottenere il massimo, guadagnare il massimo e soddisfare il proprio ego. E se invece, impegnandoci per la nostra transizione personale e collettiva, mettessimo temporaneamente da parte le opinioni e gli interessi personali in nome del raggiungimento del miglior risultato possibile?
3. Familiarizzare con gli altri valutando il potenziale del gruppo
Mostrare agli altri le nostre caratteristiche migliori è un esercizio assai costruttivo, benché in molti lo trovino difficoltoso. Quando conosciamo i punti di forza dell’altro e ne determiniamo le risorse, riusciamo a riconoscere e ad apprezzare gli ambiti in cui siamo diversi e quelli in cui siamo complementari, ciò consente di stabilire un’atmosfera positiva tra i membri del gruppo e facilita interazioni efficaci. In questa fase, evitiamo di soffermarci sui punti deboli delle persone!
4. Essere sinceri e autentici
Aprirci agli altri non è facile: temiamo di essere giudicati e respinti. Emulare gli altri ci dà un senso di protezione, ma alimentare una nostra immagine ideale, o che comunque non corrisponde alla realtà, causa stress e lo stress è nemico della creatività e del benessere. Coltivare un’atmosfera di fiducia permette a ognuno di riscoprire l’innocenza dell’infanzia ed esprimere il vero sé. Non c’è nulla di male nell’essere ciò che siamo, anzi vale la pena correre qualche rischio nei giusti contesti.
5. Congratularsi con gli altri membri del gruppo
Quando si usano parole positive e costruttive e formule di incoraggiamento, le persone si sentono valorizzate e si stimola il gruppo (naturalmente i complimenti devono essere sinceri).
6. Ascoltare e sentirsi ascoltati
In un gruppo ci sono spesso alcune persone che tendono a prendersi tutto lo spazio, mentre altri se ne stanno sempre in disparte: questi estremi vanno ricondotti a un equilibrio. Ecco alcuni consigli per aiutare tutti a ritagliarsi il proprio giusto spazio:
- Il bastone parlante (ispirato alle tradizioni indigene): la persona che ha in mano il bastone parlante è l’unica alla quale è permesso parlare. Una volta che ha finito, passa il bastone alla persona dopo di lei nella fila.
- Il monitoraggio: chiedete a una persona di sedersi e di monitorare la qualità della discussione e il tempo che ciascuno si prende per parlare; rivestite questo ruolo a turno. Monitorare richiede capacità di ascolto e di osservazione, quindi è un’opportunità preziosa per chi pensa di non avere queste qualità.
7. Creare un’atmosfera di dialogo
Restate umili! Dobbiamo ammettere che esistono migliaia di possibili prospettive differenti oltre la nostra. In un’atmosfera di fiducia e rispetto, scambiarsi i punti di vista può arricchire tutti, basta fare in modo che sia così. Dare spazio al dialogo è cosa molto diversa rispetto a una discussione ostinata e all’imposizione delle proprie opinioni, fenomeni molto comuni in situazioni di gruppo.
8. La pratica del consenso per prendere decisioni
Arrivare a una decisione attraverso la pratica del “consenso” evita che ci sia chi si oppone a quanto deciso. Si tratta di una modalità diversa rispetto al metodo “per consenso”, in cui tutti devono essere favorevoli e basta un solo parere contrario per bloccare la decisione. I gruppi che funzionano con il metodo del consenso non sono alla ricerca di una soluzione perfetta (che potrebbe richiedere molto tempo!), bensì di una posizione comune a cui tutto il gruppo possa “acconsentire”. Tale modalità evita gli inconvenienti di una votazione classica in cui la maggioranza vince e la minoranza frustrata aspetta l’occasione per vendicarsi.
9. Favorire incontri brevi e frequenti
Vi garantiranno risultati migliori. All’inizio dell’incontro definite la scaletta e fissate l’orario in cui concludere. Al termine ripercorrete tutte le decisioni che sono state prese e rimandate le questioni irrisolte all’incontro successivo.
10. Praticare il distacco
L’andamento del progetto può assumere una piega diversa da quanto avevate immaginato. Nessun problema: non perdete la fiducia. Se avete un dubbio, chiedete chiarimenti, evitate di fare supposizioni e prendete le distanze dai risultati che vi sareste aspettati.
11. Festeggiare l’esistenza del gruppo, e fatelo con gioia!
Abbiamo l’opportunità di portare gioia in ogni nostra giornata e in ogni nostra azione. Festeggiare l’esistenza del gruppo è un modo per valorizzare il ruolo di ogni partecipante, per diventare consapevoli dell’efficacia del lavoro di squadra e per mantenere e rafforzare la fiducia nei risultati del progetto.
12. Sviluppare la comunicazione non verbale
Il modo in cui ci vestiamo, il tono della voce, l’espressione del viso, i movimenti degli occhi, il linguaggio del corpo, la postura di chi cammina e di chi sta seduto: tutto questo invia messaggi a chi ci circonda e dice molto di più su chi siamo veramente di quanto possano dire le parole. Ne siamo consapevoli? Ben prima di imparare a parlare, i bambini sono dei veri geni nell’esprimere ciò che vogliono. Gli adulti che parlano lingue diverse, dopo qualche tentativo ed errore, riescono a comunicare abbastanza bene nonostante le barriere linguistiche. Politici, comunicatori e venditori usano tutti il linguaggio del corpo per rafforzare i loro messaggi.
PER APPROFONDIRE
PERMACULTURA UMANA. Strumenti per un progetto di vita resiliente
Questo libro è una guida pratica, riccamente illustrata e all’avanguardia, che utilizza i princìpi della permacultura per insegnarci a progettare in modo ecologico e sostenibile la nostra vita, prendendoci cura delle persone e della Terra. Gli autori tracciano il percorso per compiere scelte di condivisione e di equilibrio, mettendo i propri talenti al servizio dell’ecosistema e affrontare la transizione che ci aspetta.
Tra i temi trattati:
• I princìpi della permacultura umana.
• Il processo in nove fasi per individuare e realizzare il proprio progetto di vita.
• La scoperta della propria nicchia personale.
• Le basi per un lavoro di squadra efficace.
• La riscoperta dei nostri profondi legami con l’acqua, il suolo e la natura.
Senza dimenticare mai che cambiando noi stessi cambiamo il mondo.


