Alla scoperta dell’ipnosi regressiva
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L’ipnosi regressiva è una pratica terapeutica cha ha cominciato a diffondersi dalla seconda metà del secolo scorso, come ben spiega il dottor Andrea Napolitano, psicologo e psicoterapeuta, nel suo libro “Ipnosi regressiva. Alla scoperta dei nostri tanti sé per superare traumi e sofferenze”.
L’ipnosi regressiva è una pratica terapeutica cha ha cominciato a diffondersi dalla seconda metà del secolo scorso, come ben spiega il dottor Andrea Napolitano, psicologo e psicoterapeuta, nel suo libro “Ipnosi regressiva. Alla scoperta dei nostri tanti sé per superare traumi e sofferenze”.
La diffusione è avvenuta grazie ai lavori, fra gli altri, di Ian Stevenson (1966), Raymond Moody (1990) e Brian Weiss (1996, 1997) negli Stati Uniti, di Thorwald Dethlefsen (1974, 1976, 1979) in Europa, di Manuela Pompas (1987, 1995) e Angelo Bona (2001, 2003) in Italia.
Paradigmatico del funzionamento di tale tecnica è quanto riportato nei pioneristici lavori di Weiss (1996) e Bona (2001): in ambedue i casi, i terapeuti si trovarono a chiedere a una paziente in stato di trance quando avessero avuto origine i suoi problemi; invece di sentirsi raccontare, come sarebbe stato presumibile, un qualche trauma infantile, la persona ipnotizzata rivisse un episodio risalente a quella che aveva tutta l’aria di essere una vita precedente.
Da questi esordi apparentemente casuali, la terapia regressiva è andata via via consolidandosi come una tecnica espressamente finalizzata a scoprire eventuali esistenze pregresse riferite da soggetti portati a sperimentare un rilassamento profondo.
Naturalmente è fuori luogo la pretesa di affermare l’assoluta veridicità delle ipotetiche vite precedenti che emergono durante l’ipnosi; non spetta agli ipnoterapeuti arrogarsi il discutibile diritto di disporre della prova provata e incontrovertibile della reincarnazione. Tuttavia, se anche le presunte esistenze pregresse fossero solo simbolizzazioni metaforiche di esperienze infantili vissute dalla persona ipnotizzata, ciò non muta il potenziale terapeutico di tali visualizzazioni: quel che conta è, per il paziente, dare risposta alle difficoltà del presente trovando un senso o una spiegazione che collochi la radice di tali difficoltà nel passato, e che permetta di inserirle in un disegno esistenziale più ampio, teso in direzione di un futuro che attragga verso la realizzazione della propria vocazione; cambia poco che tutto ciò avvenga in un piano reale o simbolico.
PER APPROFONDIRE
IPNOSI REGRESSIVA. ALLA SCOPERTA DEI NOSTRI TANTI SE’ PER SUPERARE TRAUMI E SOFFERENZE
«Conduco i pazienti in uno stato di particolare rilassamento e in moltissimi di loro si attiva ciò che amo definire risveglio rievocativo, un processo che riporta alla coscienza immagini e sensazioni che, senza quell’innesco, rimarrebbero nascoste in qualche anfratto dell’anima, continuando a riaprire sempre le stesse ferite». Così Andrea Napolitano, psicologo e psicoterapeuta, ci introduce a una pratica, quella dell’ipnosi regressiva, che sperimenta da anni e che sta riscuotendo sempre più interesse. I pazienti sono messi nella condizione di dare un senso a sofferenze del loro presente rievocando quelle che possono essere presunte esistenze pregresse o simbolizzazioni metaforiche di esperienze infantili.
In questo libro si apre al lettore una prospettiva nuova sulle possibilità terapeutiche di questa tecnica e se ne ripercorrono anche le sue radici filosofiche. Inoltre l’autore ci introduce alla sua personale “rivisitazione” in chiave moderna di tale approccio: le cosiddette sliding doors, che ampliano le potenzialità di guarigione da traumi e sofferenza.


