«Olivi sradicati in Cisgiordania”: la denuncia di Acs

L’Associazione di Cooperazione e Solidarietà (Acs) denuncia gli episodi di violenza in Cisgiordania nei confronti dei residenti, con la conseguente distruzione degli olivi. Qui il report della Campagna “Olivi – Cultura di Pace”.

Nella Cisgiordania occupata la stagione della raccolta delle olive è iniziata ufficialmente il 15 ottobre. «Quest’anno, tuttavia, molte famiglie palestinesi hanno deciso di anticiparne l’avvio, nel tentativo di prevenire le sempre più frequenti aggressioni da parte dei coloni israeliani e riuscire a salvare almeno parte del raccolto. Ma già nei primi giorni i contadini sul campo hanno assistito a un’ondata di violenze senza precedenti che ha scandito la raccolta, con attacchi sistematici, furti di olive, incendi e distruzione degli oliveti e gravi restrizioni alla libertà di movimento» spiegano da Acs.

«Nel corso della scorsa raccolta delle olive del 2024, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA) ha registrato almeno 225 attacchi da parte dei coloni in 82 aree della Cisgiordania, con 171 casi di uccisione o ferimento di palestinesi. Più di 2500 ulivi sono stati bruciati, oltre a numerosi episodi di distruzione e furto di attrezzi agricoli – scrive ancora Acs – Le prime testimonianze e gli eventi documentati nelle prime settimane di raccolta fanno presagire che il record dello scorso anno potrebbe essere ampiamente superato».

«Le testimonianze raccolte sul terreno dai partner palestinesi della campagna “Olivi-Cultura di Pace” segnalano un’escalation di violenze già nelle settimane precedenti l’avvio ufficiale della stagione olivicola. Le organizzazioni palestinesi attive sul campo stanno portando avanti un’intensa attività di monitoraggio e assistenza alle comunità agricole locali».

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