A Tivoli gli ortolani aprono a tutti i cittadini interessati alla protezione degli orti storici e fondano l’Associazione “Orti irrigui”, con lo scopo di custodire gli antichi canali di irrigazione e promuovere la coltivazione di una delle maggiori eccellenze agricole tiburtine.
Si è recentemente costituita l’associazione di ortolani
“Orti irrigui”, erede dell’omonimo Consorzio dell’antica università medievale, con lo scopo di custodire gli antichi canali di irrigazione e promuovere la coltivazione di una delle maggiori eccellenze agricole tiburtine, il Pizzutello di Tivoli e l’agricoltura di prossimità. «Curare il territorio degli orti storici nella città di
Tivoli significa da una parte difendere un fragile paesaggio agrario di incantevole bellezza ma soggetto a pesanti speculazioni e dall’altra salvare dall’estinzione la coltivazione locale di una varietà coltivata sin dall’antichità solamente a Tivoli e a Pompei, come scrive Plinio il Vecchio nel “Naturalis Historia” e adesso inclusa nel registro regionale delle varietà autoctone ‘a rischio di erosione» spiega
Kristina Kostova a nome dell’associazione.
«Contadini più giovani si affiancano ai decani, che conservano la memoria storica dei metodi di coltivazione tradizionale, per restaurare le pergole di Pizzutello a partire dalle poche viti rimaste negli orti storici di Strada degli Orti, Strada del Tartaro, Strada di Vesta, Strada della Montanara. Quest’anno in marzo è cominciata la messa a dimora di nuovi porta-innesti, seguiranno nei prossimi mesi la messa in opera delle pergole, e la legatura e la potatura, gli innesti, la scacchiatura o potatura verde in vista delle prime raccolte tra qualche anno – prosegue Kristina – Momento felice poiché una piccola pergola di porta-innesti per il Pizzutello è stata allestita anche nella parte del Parco Rosmini custodita dall’istituto professionale Tivoli Forma. L’associazione ha trovato il sostegno delle istituzioni comunali per restaurare l’antico Canale degli Ortolani ed i canali irrigui che sono parte del complesso sistema, a caduta, che dal fiume Aniene alimenta Villa d’Este, le industrie ormai abbandonate, le centrali idroelettriche e infine gli orti storici. Un delicato paesaggio di acqua, monumenti, agricoltura e industria che si apre ai visitatori delle campagne che si ammirano dal balcone di Villa d’Este, dal Santuario d’Ercole e dalla Villa Gregoriana».
«Il Canale degli Ortolani che corre lungo le Strade degli Orti e del Tartaro ha sofferto più degli altri il passare del tempo tanto che, da qualche anno, funziona a capacità ridotta mettendo a rischio le coltivazioni agricole – spiegano ancora dall’associazione – Il traffico ha distrutto in più punti il muro di protezione del canale ed è in pericolo il passaggio degli ortolani e dei visitatori che si avventurano tra gli orti scendendo a piedi da Villa d’Este a Villa Adriana. Un progetto semplice, potrebbe sembrare inutile occuparsi dei canali d’acqua e di una antica varietà di uva, ma gli ortolani, anziani e giovani, sono tra quelli che continuano a credere che di questi tempi la protezione delle acque, il restauro del paesaggio, la piccola agricoltura, restano argomenti urgenti e necessari: occorre salvare la memoria di vecchi saperi agricoli, conservare la biodiversità locale, riscoprire la bellezza e custodire un paesaggio fragile così ricco di storia agricola e di spettacolosi monumenti».
L’associazione
Orti Irrigui di Tivoli è aperta a tutti i cittadini interessati a sostenere e contribuire alla protezione dei canali, degli orti e del pizzutello.
Con “Orti Aperti”, per la festa di San Giovanni il prossimo 22 e 23 giugno, gli ortolani dell’associazione inviteranno i cittadini a visitare i canali, le coltivazioni negli orti terrazzati ed il paesaggio agricolo tra le cascate, la Villa d’Este, il Santuario di Ercole vincitore ed il Tempio della Tosse.