Via Campesina: «Wto fuori dall’agricoltura»
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L’organizzazione contadina La Via Campesina rinnova l’impegno per un’agricoltura naturale e libera in occasione del 10 settembre, Giornata Internazionale di Azione contro l'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) e gli Accordi di Libero Scambio.
L’organizzazione contadina La Via Campesina rinnova l’impegno per un’agricoltura naturale e libera in occasione del 10 settembre, Giornata Internazionale di Azione contro l’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) e gli Accordi di Libero Scambio.
«La globalizzazione del libero mercato ha solo creato immense sofferenze – scrivono da La Via Campesina – La dilagante privatizzazione dei territori e dei beni comuni, la deregolamentazione, l’aumento delle importazioni e il dumping, le interruzioni dell’approvvigionamento causate dalla guerra e, più recentemente, l’abuso di dazi e barriere non tariffarie per fini imperialistici acquisiti, non hanno fatto che aggravare le sofferenze dei lavoratori e dei piccoli produttori alimentari. Nonostante i suoi evidenti fallimenti, il Wto e gli accordi di libero scambio esercitano ancora un’enorme influenza sul commercio globale».
«La recente guerra tariffaria del governo statunitense dimostra inoltre che le misure commerciali possono essere utilizzate per strumentalizzare la politica estera imperialista, anziché per sostenere i piccoli produttori alimentari, migliorare la disponibilità di cibo, creare posti di lavoro e rafforzare la sovranità alimentare sia nel Nord che nel Sud del mondo. Il Wto rimane disfunzionale di fronte a un simile assalto imperialista – prosegue l’organizzazione contadina – Dobbiamo intensificare la nostra lotta contro queste istituzioni neoliberiste, difendere i contadini e le comunità rurali e proteggere la nostra sovranità alimentare e la biodiversità. Oggi, in quasi ogni angolo del mondo, le classi lavoratrici rurali e urbane si stanno mobilitando e protestano. Dobbiamo co-creare, partendo dai nostri territori, un quadro che cambi radicalmente i principi che definiscono il sistema commerciale globale e costruisca la sovranità alimentare. Un quadro che consenta ai paesi di sviluppare politiche che garantiscano un sostentamento dignitoso a tutti, in particolare ai piccoli produttori alimentari. Prezzi minimi di sostegno, stoccaggio pubblico, gestione dell’offerta e appalti pubblici di cibo sono solo alcune delle numerose politiche pragmatiche che potrebbero garantire un reddito dignitoso ai piccoli produttori alimentari e che possono difendere il diritto delle persone a un’alimentazione sana e nutriente. Un quadro che garantisca che i nostri sistemi alimentari siano organizzati democraticamente e non lasciati ai capricci del mercato».
Nel settembre 2025 il terzo Nyéléni Global Forum si terrà a Kandy, in Sri Lanka. Riunirà un’ampia gamma di movimenti sociali, tra cui piccoli produttori alimentari, popolazioni indigene, lavoratori e attivisti, per elaborare proposte per una trasformazione sistemica dei nostri sistemi alimentari. «In questo importante forum, si prevede che la proposta di costruire un nuovo quadro commerciale basato sulla sovranità alimentare verrà presentata, discussa e approfondita nei suoi contenuti. Dobbiamo porre fine al Wto e proporre la nostra alternativa».
LETTURE UTILI
L’agricoltura non industriale c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa. I contadini, seppur ostacolati, continuano a rappresentare l’alternativa concreta alle lobby del cibo-merce.


