Ecco come cambierà il clima in Italia
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Mentre i i centri di ricerca più autorevoli come il Giss della Nasa e il Noaa hanno confermato l’anno 2015 come il più caldo mai registrato sulla Terra, nel paese si contano i danni di alluvioni e siccità. E gli scienziati stilano delle previsioni sempre meno positive.
È la volta del Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti climatici (Cmcc) che ha ipotizzato nuovi preoccupanti scenari per gli anni a venire.
E’ previsto, infatti, un aumento di periodi aridi, caratterizzati cioè da giornate consecutive senza precipitazioni particolarmente significative, in regioni quali la Toscana, Calabria, Sardegna, Veneto e arco alpino. Tali periodi potrebbero aumentare anche fino al 30%, secondo lo scenario “medio” (lieve aumento delle emissioni) in Toscana, giungendo fino all’80% per lo scenario peggiore, sempre in Toscana.
Altra conseguenza temuta e sempre più probabile sarà l’inversione marina, con l’ingresso del cuneo salino lungo il fiume a causa della diminuzione della portata d’acqua dolce, con danni per agricoltura e industria. Quindi, in sostanza, per il Po si prospettano oltre due mesi di magra in estate, quando evaporazione e traspirazione mettono a dura prova le coltivazione e l’afa provoca evidenti difficoltà per l’industria zootecnica.
Le precipitazioni invernali al nord e in particolare in Liguria, secondo lo scenario “medio” aumenteranno, andando oltre i 4-5 millimetri al giorno nello scenario più pessimista (con maggiori emissioni di gas serra), accentuandone così la stagionalità.
Si verificherà un incremento degli eventi meteo estremi, come i periodi aridi, caratterizzati cioè da giornate consecutive con precipitazioni inferiori a un millimetro al giorno che, in regioni come la Toscana, potrebbero aumentare tra il 30%, secondo lo scenario “medio”, e giungendo fino all’80% per lo scenario pessimistico. Tra le colture a rischio la vite e l’olivo, per via della siccità.