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Il Lazio riconquista l’acqua pubblica

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Grazie alla pressione dei comitati ieri è stata approvata la proposta di legge per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico. Un plateale incoraggiamento per chi lotta per questo diritto fondamentale
Il voto del referendum rischiava di rimanere tradito. Dopo un percorso durato due anni che ha intrecciato le esperienze dei comitati e di numerosi comuni del Lazio, e dopo 12 mesi di pressioni sul Governo Regionale, nella giornata di ieri (17 marzo) è stata approvata all’unanimità la proposta di Legge popolare n°31, per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico nella Regione Lazio. 
Una legge che recepisce i risultati referendari, a partire dalla definizione di servizio idrico come servizio di interesse generale da gestire senza finalità di lucro, fino al fondo stanziato per incoraggiare la ripubblicizzazione delle gestioni in essere. Una legge che rimette al centro finalmente gli enti locali, delineando gli ambiti territoriali ottimali sulla base dei bacini idrografici e dando la possibilità ai comuni di organizzarsi in consorzi e di affidare il servizio anche ad enti di diritto pubblico, tutelando al contempo la partecipazione delle comunità locali nella gestione di questo bene fondamentale, anche rispetto alle generazioni future. 
Una discussione in Aula Consiliare, che come riporta il Coordinamento Regionale Acqua Pubblico, non è stato per niente facile e che, in prima seduta, si è protratta fino a tarda notte, per essere poi aggiornata a ieri mattina.  Decisiva è stata la costante presenza di rappresentanti dei comitati e degli enti locali che hanno contribuito a sventare i tentativi di ostruzionismo e di modifica dei principi cardine della legge.
“Una pressione dal basso che assolutamente non dovrà attenuarsi nei prossimi mesi quando a livello regionale dovranno essere elaborati atti legislativi fondamentali” scrive il Coordinamento nel comunicato stampa. “Bisogna ancora far approvare la legge sugli ambiti di bacino idrografico e la nuova convenzione di cooperazione tipo. Saranno queste infatti le prossime occasioni per applicare concretamente i principi contenuti nella legge approvata oggi e di  valorizzare gli spazi di partecipazione da questa aperti.  Nel frattempo ci si aspetta che, coerentemente alla legge approvata, venga salvaguardata la libertà di quei comuni del Lazio che rischiano il passaggio forzato al gestore dell’ATO di riferimento pur volendo gestire il servizio in autonomia. Unico neo della discussione odierna è stato, infatti, il poco coraggio della maggioranza nell’affermare con chiarezza tale principio”.
L’auspicio è che, a partire dal Lazio, si inneschi finalmente una reazione a catena che veda i governi regionali rispettare la volontà dei cittadini e il diritto all’acqua, proprio in un momento in cui questo viene nuovamente minacciato dal vento privatizzatore che soffia dal governo. 

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