Vai al contenuto della pagina

Inquinamento: italiani a rischio

homepage h2

In Italia ci sono oltre 1.100 impianti industriali pericolosi che potrebbero causare pericolosi incidenti. Non c’è solo l’Ilva: l’Inquinamento è soprattutto al Nord Italia
L’Italia è un paese a rischio inquinamento. A pesare sono principalmente le industrie che trattano sostanze pericolosi, collocate vicino ai centri urbani. Secondo il rapporto Ecosistema Rischio Industrie di Legambiente sono oltre 1.100 in Italia gli impianti industriali che trattano veleni e materiali pericolosi in quantitativi tali da essere ritenuti suscettibili di causare incidenti rilevanti in base alle direttive Seveso e ai decreti legislativi che le recepiscono. Impianti chimici, petrolchimici, depositi di gpl, raffinerie e depositi di esplosivi o composti tossici che, in caso di incidente o di malfunzionamento, possono provocare incendi, contaminazione dei suoli e delle acque, nubi tossiche, e che sono censiti dal ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in un inventario nazionale aggiornato semestralmente. Gli impianti sono concentrati prevalentemente in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna e interessano i territori di 739 comuni.
Come rileva Legambiente nelle ‘aree di danno’ vicine alle industrie ci sono anche scuole, centri commerciali, ospedali. Ma solo il 50% dei Comuni fa informazione su come affrontare una eventuale emergenza. E solo il 16% fa esercitazioni coi cittadini. Vediamo quali sono gli altri dati emergenti dallo studio. l 94% dei 210 Comuni intervistati ha dichiarato di avere recepito le indicazioni contenute nella scheda informativa redatta dal gestore dell’impianto, così come previsto dalla legge. Ma da qui ad affrontare seriamente il pericolo ce ne corre…
Sono 181 i Comuni che hanno predisposto una planimetria del territorio e individuato le “aree di danno”, sottoposte a conseguenze nell’eventualità di un incidente nello stabilimento a rischio (l’86% dei comuni intervistati). In 104 Comuni intervistati sono state individuate nelle “aree di danno” strutture vulnerabili e/o sensibili: nel 18% dei casi sono presenti scuole, nel 13% centri commerciali, nell’8% strutture ricettive turistiche, nel 7% luoghi di culto, nel 2% ospedali. Inoltre, le amministrazioni comunali hanno indicato la presenza in “aree di danno” anche di abitazioni isolate o insediamenti residenziali più consistenti, di altri stabilimenti industriali e attività produttive in genere.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!