Inquinamento: italiani a rischio
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Come rileva Legambiente nelle ‘aree di danno’ vicine alle industrie ci sono anche scuole, centri commerciali, ospedali. Ma solo il 50% dei Comuni fa informazione su come affrontare una eventuale emergenza. E solo il 16% fa esercitazioni coi cittadini. Vediamo quali sono gli altri dati emergenti dallo studio. l 94% dei 210 Comuni intervistati ha dichiarato di avere recepito le indicazioni contenute nella scheda informativa redatta dal gestore dell’impianto, così come previsto dalla legge. Ma da qui ad affrontare seriamente il pericolo ce ne corre…
Sono 181 i Comuni che hanno predisposto una planimetria del territorio e individuato le “aree di danno”, sottoposte a conseguenze nell’eventualità di un incidente nello stabilimento a rischio (l’86% dei comuni intervistati). In 104 Comuni intervistati sono state individuate nelle “aree di danno” strutture vulnerabili e/o sensibili: nel 18% dei casi sono presenti scuole, nel 13% centri commerciali, nell’8% strutture ricettive turistiche, nel 7% luoghi di culto, nel 2% ospedali. Inoltre, le amministrazioni comunali hanno indicato la presenza in “aree di danno” anche di abitazioni isolate o insediamenti residenziali più consistenti, di altri stabilimenti industriali e attività produttive in genere.