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I comitati: «No alla fabbrica di esplosivi ad Anagni»

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Comitati e associazioni dicono «no alla fabbrica di nitrogelatina che il gruppo KNDS Ammo Italy vuole avviare ad Anagni, nella valle del Sacco» spiega Ina Camilli, del comitato Residenti Colleferro..

I comitati: «No alla fabbrica di esplosivi ad Anagni»

Comitati e associazioni dicono «no alla fabbrica di nitrogelatina che il gruppo KNDS Ammo Italy vuole avviare ad Anagni, nella valle del Sacco» spiega Ina Camilli, del comitato Residenti Colleferro.

L’obiettivo del gruppo è quello di trasformare la fabbrica che smaltisce esplosivi dell’ex Winchester in un nuovo sito di produzione bellica. 

«Con questo progetto la KNDS si inserisce nel programma europeo ASAP, finanziato con 41 milioni di euro, di cui 24,5 milioni al gruppo franco-tedesco» spiega Ina Camilli, portavoce del comitato Residenti Colleferro, che da anni si batte per i diritti ambientali e la salvaguardia del territorio della valle del Sacco, tra la provincia di Roma e Frosinone.

«Lo stabilimento è ubicato in una vasta zona boscata, dove sono presenti fattorie e un autogrill, lungo l’autostrada A1 – prosegue Camilli – Le prime abitazioni civili sorgono a meno di un chilometro di distanza dallo stabilimento e lì convergono numerose vie di collegamento stradali e ferroviarie. Attualmente nello stabilimento il materiale bellico viene smantellato e riciclato, ma nello studio di impatto ambientale la KNDS afferma che intende dismettere tale attività e creare un nuovo centro di riarmo. Il progetto prevede infatti la produzione di nitrogelatina, materia prima per i propellenti a scopo militare, con una forte componente di nitroglicerina per la fabbricazione di polveri d’artiglieria e munizioni. Il materiale prodotto ad Anagni verrebbe trasportato su gomma per rifornire lo stabilimento di Colleferro, che produce munizioni di medio e grosso calibro. Il trasporto, circa venti chilometri di strada statale, creerà massima criticità sia per la sicurezza e incolumità dei viaggiatori, sia per la viabilità già ultracongestionata».

«La KNDS è nata dalla fusione della Nexter Systems francese (di cui era entrata a far parte la Simmel Difesa spa di Colleferro, che a sua volta aveva avuto origine dalla trasformazione societaria della Bombrini Parodi Delfino) con la tedesca Krauss-Maffei Wegmann» chiarisce Camilli, che spiega come oltre allo stabilimento di Anagni (50 ettari e oltre 100 edifici), nella vicina Colleferro ci sia anche la sede della ex Simmel Difesa (100 ettari di superficie, l’attività è il munizionamento).

«Quello di Colleferro è uno degli stabilimenti più importanti di caricamento (fino a 3 tonnellate di esplosivo standard su due turni ogni giorno) con un centro prove interno che permette di svolgere i test ambientali richiesti in ambito Nato su manufatti esplosivi – spiega ancora Camilli – Produce munizionamento di medio e grosso calibro per applicazioni navali, fanteria e artiglieria terrestre, con una presenza anche nella missilistica. Riguardo allo stabilimento di Anagni, il progetto prevede la costruzione di ben undici nuovi capannoni industriali e la conversione dell’attività in produzione di nitroglicerina, per portarla allo stabilimento di Colleferro ed evitare così l’acquisto da fornitori esteri». 

La protesta

«La battaglia contro queste fabbriche e contro il silenzio delle amministrazioni locali è portata avanti da una parte del mondo politico e da realtà storiche di Anagni, civiche e associative, con la solidarietà dei più importanti movimenti di lotta della valle del Sacco, dentro e fuori i confini regionali – spiega ancora Camilli – . Peraltro viviamo in una regione dove prolifera il fotovoltaico selvaggio, dove si praticano espropri, si affossa l’acqua pubblica, si alimenta l’inceneritore di santa Palomba ad Albano, con annessa discarica, impianti di “biometano”, poli logistici, consumo di suolo; e dove ancora attendiamo le bonifiche. Nella valle del Sacco da decenni combattiamo contro l’oscurantismo che ci esclude dai processi partecipativi. Per difendere il territorio, dove le mancate bonifiche rischiano di condannare anche le future generazioni, è stata organizzata una capillare campagna di mobilitazione che ha coinvolto anche molti movimenti nazionali. La protesta è scattata soprattutto quando è stato chiaro che si vuole che la ex Winchester diventi il nuovo polo strategico di proliferazione militare, senza bonifica, bensì con un cambio di destinazione industriale. L’entità degli investimenti e i partners di KNDS lasciano supporre che la battaglia sarà molto dura da portare avanti».

L’iter in corso

«La società ha presentato in Regione il progetto per sottoporlo alla valutazione di impatto ambientale (VIA) e all’autorizzazione integrata ambientale (AIA) e il 29 gennaio scorso è stato avviato il procedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) – spiega Camilli – L’istanza di VIA, del 20 marzo scorso, è  il primo passaggio per arrivare al rilascio dell’autorizzazione finale, che richiede la presentazione di una serie di documenti tecnici da parte  del gruppo e di pareri da parte degli enti pubblici interessati, che la Regione pubblicava. Improvvisamente, ad aprile scorso i documenti sono stati resi inaccessibili e alla nostra istanza di chiarimento non è seguita alcuna risposta. Tuttavia abbiamo potuto visionare una parte degli atti depositati. Il movimento cittadino e la Rete Mamme da nord a sud  ha denunciato l’oscuramento di tale documentazione, rilevando che la normativa impone trasparenza totale, informazione e partecipazione pubblica dei cittadini nei processi autorizzativi e localizzativi. È stato quindi chiesto alla Regione Lazio di respingere ogni proposta di secretazione, ma alla data odierno i documenti non sono ancora consultabili. Allo stato delle nostre conoscenze, l’iter istruttorio è stato avviato e, una volta completata la presentazione degli atti, inizierà la fase pubblica della Conferenza dei servizi. E’ in questa fase che potrebbe verificarsi un momento di forte tensione sociale qualora la Regione non dovesse ammetterci come uditori: in tal caso la battaglia si trasferirà in sede amministrativa». 

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