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Il 21 settembre è la Giornata internazionale della Pace: ma non basta un giorno all’anno!

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Il 21 settembre ricorre la Giornata Internazionale della Pace, istituita dall’ONU nel 1981. Ma è più che ovvio come non sia certo sufficiente ricordarsi della pace un giorno all’anno per mutare la situazione attuale di conflitti e devastazioni che affliggono intere nazioni.
Il 21 settembre l’Organizzazione delle Nazioni Unite dedica alla pace una giornata internazionale. «E noi, siamo capaci di dedicare al pensiero della pace almeno un minuto del nostro tempo?», si chiedono gli organizzatori della Marcia Perugia-Assisi per la pace che si terrà il 7 ottobre e alla quale anche Terra Nuova ha dato la propria adesione.
«Guerre tra gli Stati, guerre tra popoli, guerre finanziarie, guerre monetarie, guerre commerciali, guerre cibernetiche, guerre di mafia, guerre mediatiche, guerre di potere, guerre tra fratelli e sorelle, guerre tra poveri – proseguono i promotori della marcia – Dopo tanti anni di individualismo, egoismo, consumismo, competizione e globalizzazione selvaggia, siamo precipitati in una guerra che ci vede tutti contro tutti, uno contro l’altro armati. Invitiamo dunque tutti a raccogliere l’invito dell’Onu e dedicare una profonda riflessione a questo tema, per cercare di ridare senso e valore alla pace e decidere cosa vogliamo fare personalmente».
«Il prossimo 7 ottobre moltissimi insegnanti organizzeranno momenti di riflessione e di coinvolgimento dei giovani. In molte scuole ci si preparerà al Meeting nazionale “Diritti e Responsabilità” e alla Marcia PerugiAssisi. Altri daranno avvio ad un vero e proprio “laboratorio dei diritti umani” – spiega Flavio Lotti, uno dei promotori della iniziativa – dove celebreremo questa giornata con centinaia di studenti e insegnanti all’insegna della riscoperta dei nostri diritti e delle nostre responsabilità». 
Ricorrono poi i 70 anni dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, una pietra miliare nella storia dei diritti, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948. Ad oggi, però, non include ancora un articolo a parte che sancisca il diritto alla pace.

Conoscere la guerra per costruire la pace

Conoscere le guerre può valorizzare immensamente il concetto di pace; divenire consapevoli della portata della devastazione, dei soprusi, dell’impotenza che travolgono e schiacciano i popoli in guerra permette di comprendere il vero significato del termine «diritti umani». E rende evidente quanto tali diritti fondamentali siano calpestati laddove si spara, si salta in aria e si muore ogni giorno.

Per questa ragione diviene sempre più importante e necessario fare in modo che i ragazzi, anche e soprattutto a scuola, possano informarsi sui conflitti che scuotono il mondo attuale e ne colgano le cause, oltre naturalmente alla tragica portata.
C’è uno strumento che punta a fornire una visione globale di queste problematiche ed è l’ Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, edito da Terra Nuova Edizioni, giunto ormai alla sua ottava edizione.
«Si tratta di un vero e proprio strumento di cittadinanza attiva, capace di orientare il pensiero e l’azione nella direzione della pace» spiegano Raffaele Crocco e Daniele Bellesi, co-fondatori dell’Associazione 46° Parallelo che cura la redazione e gli aggiornamenti dell’atlante.

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