Findhorn: spazio ai giovani europei!
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Invece siamo stati accolti e integrati con grande armonia ed è stato meraviglioso scoprire tutte le sfaccettature di diversità e complementarità presenti: lusso e semplicità, organizzazione e spontaneità, spiritualità e corporeità, lavoro e divertimento, ben amalgamati in una atmosfera di rispetto e attenzione verso se stessi e gli altri”. Non meno importanti sono stati i momenti di condivisione delle attività comunitarie, svolte nei vari dipartimenti che compongono l’ecovillaggio, all’insegna del love in action, uno dei tre principi che stanno alla base della filosofia di Findhorn. ”Ho molto apprezzato la scelta di passare la prima settimana a Cluny Hill, l’antico albergo tipico scozzese ristrutturato negli anni ‘70, in cui vivono i quaranta membri della Findhorn Foundation e gestiscono la struttura e tutte le attività e i corsi destinate agli esterni” racconta Paolo Pani, 25 anni di Bergamo “la convivenza stretta e continuativa tra noi ragazzi, ha permesso al gruppo di amalgamarsi creando coesione e fiducia reciproca, caratteristiche fondamentali per proseguire uniti nella seconda settimana alla scoperta del Park, l’altra sede della fondadzione, dove vivono la maggior parte dei membri della comunità, circa quattrocento persone.
Anche le attività spontanee come i momenti di creatività e le chiacchierate serali, le passeggiate sulla spiaggia e lungo il fiume, i canti, i balli, le saune e i bagni caldi, hanno allietato lo spirito comunitario del gruppo e rafforzato il valore unico dell’amicizia e dell’essenzialità: “Ho apprezzato tutte le attività divertenti e rilassanti per il tempo libero: i cori, le meditazioni, i bagni nella hot-tab e nella sauna, e soprattutto i bagni nel gelido fiume di Findhorn, i balli tradizionali scozzesi e tutte le attività di condivisione dei saperi del gruppo” ricorda Mattias Schweitzer, 24 anni, di Bolzano. “Ma la vera ricchezza dello scambio è stata la coesione che si è formata tra il gruppo. Il gruppo supportava i singoli e condivideva le proprie abilità e conoscenze, i singoli si sentivano protetti e si aprivano al gruppo e i bisogni, i desideri e i sogni di ciascuno venivano ascoltati e rispettati”.
L’ascolto era sempre silenzioso e rispettoso, ogni tanto qualcuno poneva educate domande al fine di invitare un proseguimento nella condivisione ma niente più. Ho potuto realmente sperimentare cosa significa ascoltare l’altro profondamente e cosa significa ricevere lo stesso trattamento da un gruppo intero. È stata un’esperienza che mi ha cambiato drasticamente”. Simone Gronda, 22 anni, di Biella, gli fa eco: “Tutto il gruppo di ragazzi, nonostante la diversità, ha coltivato un rapporto basato sull’ascolto profondo, il rispetto e la fiducia reciproca. I pasti condivisi e il tempo passato assieme raccontando le nostre vite e le nostre idee sono state attività molto importanti per stringere legami forti. Torno a casa con un bagaglio arricchito di strumenti, esperienze e ventitré fratelli e sorelle sparsi per l’Europa”.
La vita comunitaria e la condivisione dell’abitare si stanno espandendo sempre di più, non solo all’estero, ma anche nel panorama italiano, che offre un ricchissimo e variegato arcipelago di esperienze, dall’housing sociale ai condomini solidali, dal cohousing agli ecovillaggi.
mette a disposizione la sua attività di ricerca, accompagnandoci in maniera dettagliata all’interno delle varie realtà italiane, da nord a sud, fornendo una scheda dettagliata per ogni progetto, dalla personalità giuridica all’eventuale ispirazione spirituale, dall’organizzazione economica alla dieta scelta. Una guida per farsi un viaggio nelle esperienze comunitarie all’insegna non solo del risparmio economico ma soprattutto di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Continua a leggere…