Molte persone conoscono il termine foresta vergine, che indica foreste naturali ancora quasi del tutto prive di disturbo antropico (anche se non necessariamente prive di presenza umana). Queste foreste hanno raggiunto e superato la maturità – un processo che spesso richiede alcuni secoli. E il risultato di questo processo è che ospitano un’incredibile biodiversità e sostengono un complesso insieme di funzioni ecosistemiche.
Il
metodo Miyawaki (approfondito e spiegato nel libro
“Mini-foresta revolution”) è unico in quanto ricrea le condizioni necessarie perché una foresta naturale possa raggiungere la maturità nel giro di qualche decennio, e non di qualche secolo. Al cuore del metodo sta l’identificazione della combinazione di specie vegetali autoctone che meglio si adattano alle specifiche condizioni del sito di impianto. Come si vedrà, determinare la corretta combinazione di queste piante speciali non è sempre così immediato.
Il metodo Miyawaki tuttavia non prevede solo la selezione delle specie, ma si basa su una piccola raccolta di tecniche cardine volte ad assicurare il successo del trapianto. Queste tecniche includono il miglioramento della qualità del suolo del sito e un impianto degli alberi fitto, per imitare ciò che avviene in una foresta matura. È anche necessario prendersi un pochino cura del sito per i primi tre anni, ad esempio eliminando le erbacce e annaffiando. Sorprendentemente, però, se le semplici linee guida del metodo sono state seguite, dopo questo periodo di tempo una foresta in stile Miyawaki è in grado di cavarsela da sola.
Gli alberi crescono in fretta (anche 1 m all’anno), sopravvivono in grande quantità (fino al 90%) e sequestrano carbonio più pronta- mente rispetto a una piantagione monospecie. Il metodo Miyawaki è speciale anche per l’enfasi che pone nel coinvolgere intere comunità nel processo di inventarsi e piantare una foresta. Che si abbiano tre anni oppure ottantatré, non dovrebbero esserci impedimenti al riuscire a collocare un alberello di qualche decina di centimetri in una piccola buca. Al termine del processo si potrà godere del ritorno di una natura quasi selvatica in uno spazio che prima era vuoto.
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Trasformare terreni urbani vuoti e degradati, oppure giardini e cor-tili in mini foreste è la nuova frontiera per ripristinare la biodiversità nelle nostre città, per trasformare l’asfalto in ecosistemi che aiutino ad abbassare le temperature, creare habitat per la fauna selvatica e gli impollinatori, trattenere il carbonio e migliorare l’aria che respIriamo.
Questo libro presenta il Metodo Miyawaki, un approccio unico alla riforestazione ideato dal botanico giapponese Akira Miyawaki, in-torno al quale si è sviluppato un movimento internazionale. L’autrice condivide le storie di mini foreste sorte in tutto il mondo e delle per-sone che le stanno piantando, soffermandosi sui benefici per tutta la comunità.
Una guida pratica che offre una soluzione veramente accessibile per affrontare la crisi climatica e che può essere attuata da scuole, amministrazioni pubbliche, gruppi, famiglie, ovunque.