«Elogio alla pecora nera»: la satira di Arianna Porcelli Safonov

“Elogio alla pecora nera”: la rubrica satirica di Arianna Porcelli Safonov, pubblicata sul numero di novembre della rivista Terra Nuova. E che qui condividiamo anche con i lettori del web. Divertente, graffiante, provocatoria, da leggere!

«C’è tutta una gigantesca bibliografia intorno alla denominazione di Pecora Nera, l’unica denominazione di origine non controllata. Presente in diverse lingue, indica ovunque nel mondo la stessa cosa: un elemento che si distingue dal resto dei membri di un gruppo, che ha imboccato una strada che non soddisfa pienamente le aspettative degli altri.

Unico animale non clonabile né replicabile, per vocazione o genetica, nasce sempre nella famiglia sbagliata. Nasce quasi sempre per ultimo, a tradimento, a sfregio: è il figlio che rifiuta di studiare roba obsoleta e tu pensi che abbia dei disturbi di attenzione, è il figlio ingrato che non vuole proseguire la gestione dell’azienda di famiglia, che non vuole andare in fabbrica a organizzare il lavoro degli operai, che quando va in fabbrica a organizzare il lavoro degli operai, lo fa come non era mai stato fatto e questa cosa fa ancora più incazzare.

La pecora nera è il figlio omosessuale nella famiglia perbene, è la figlia che non vuole bambini, che non sposa quello giusto. È la figlia femmina con tre cervelli, il figlio maschio con nove cuori che si aprono a ventaglio, come si aprono le dighe, che non riescono a contenere, che inondano tutto ciò che trovano sulla strada. La pecora nera spesso viene emarginata da una famiglia che tuttavia ne è completamente dipendente e ci si appoggia per succhiare un po’ di quel nettare afrodisiaco che è l’autonomia, l’indipendenza.

Secondo nome della Pecora Nera è Disgrazia, ma anche figlio musicista in famiglia di famosi giuristi, nipote fumettista tra gli economi, tatuaggi maori tra le camicie sartoriali, patente ritirata al tipo con lo stesso cognome di noti dottori, coppia arcobaleno sotto cielo grigio, bambino muto alla scuola bilingue che piuttosto che dire cretinate in francese ha preferito imparare a tacere. Pecora Nera è il tortellino vegano alla sagra romagnola, è ragazza madre minorenne in famigliola ciellina, è posto in banca rifiutato, tuffo a bomba dalla nave da crociera, è vinile che batte mp3, è bicicletta muscolare contro ebike, è stampa indipendente contro tv di Stato.

Pecora Nera è il bacio con la lingua contro il like, è il “Basta, me ne vado”, anziché “Puoi fare ciò che vuoi, basta che poi torni a casa per il bene dei nostri figli”. Pecora nera è bic nera contro Chat Gpt.

Lunga vita alla Pecora Nera, senza di lei siamo finti e finiti».

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Arianna Porcelli Safonov è performer di monologhi di satira e critica al costume sociale. Laureata in Storia del costume, ha scritto due libri umoristici, Fottuta Campagna e Storie di matti (Fazi Editore). Dal 2018, collabora con l’Università di Pavia, con una docenza legata alle tecniche di improvvisazione applicate agli ambiti manageriali.

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