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Alpi Apuane: allarmata anche l’Unesco

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Il degrado ambientale e paesaggistico delle Alpi Apuane, minacciate dalle cave di marmo, arriva all’attenzione dell’Unesco. Il geoparco delle Apuane in serio pericolo: serve urgentemente un piano B per un altro modello di economia locale
La più grande devastazione ambientale su scala europea arriva all’attenzione dell’Unesco. Con una sottrazione annua di 5 milioni di tonnellate di marmo pregiato, ridotto per lo più in polvere, le Alpi Apuane, già inserite nei geoparchi dell’Unesco e considerate una delle aree naturalistiche più interessanti e affascinanti d’Italia, vivono sotto una costante minaccia. Frane, occlusione di corsi d’acqua, traffico pesante, mettono sotto assedio un’area di pregio, trasformata in bacino estrattivo, senza un reale beneficio delle popolazioni locali, che subiscono continuamente i disagi di questa pesante industria. Una situazione grave, che sembra aver suggestionato anche i membri dell’Unesco, coloro che hanno partecipato al 33esimo Consiglio Mondiale della World Federation of UNESCO Clubs, Centres and Association (WFUCA), durante un workshop tenutosi ieri a Lucca che ha preso come caso studio proprio il geoparco UNESCO delle Alpi Apuane.
 
In questo contesto Fabio Baroni, storico e sostenitore della causa apuana, ha ricordato la grande ricchezza geologica, ecosistemica e culturale di queste montagne. La minaccia dell’escavazione del marmo in questo contesto diventa sempre più un fattore destabilizzante di una presenza umana che ha cessato di essere ecosostenibile. Baroni, attivista della rete Salviamo le Apuane,  ha proposto come soluzione un ritorno ad una produzione agricola di prodotti tipici e ad attività di turismo sostenibile.
 
E’ stato proiettato il film documentario del Dott. Alberto Grossi dedicato all’attività di estrazione del marmo nelle Alpi Apuane. Le immagini impressionanti testimoniano un processo di distruzione della montagna che viene erroneamente definito ‘produzione del marmo’. La distruzione della montagna non solo ai fini dell’uso della pietra pregiata ma anche allo scopo di utilizzare il carbonato di calcio, è una realtà che impoverisce l’ambiente e pregiudica la possibilità per le future generazioni di godere di un ambiente scenico e naturale unico. La Dott.ssa Poggi in qualità di Segretario Generale del Consiglio Internazionale del Cinema e della Televisione (CICT) dell’Unesco ha mostrato la propria intenzione di diffondere il documentario presso i membri della ONG.
 
Il Prof. Pizziolo della Facoltà di Architettura di Firenze, ha introdotto il concetto di etica ecologica come catalizzatore delle attività di conservazione ambientale. Il professore si è soffermato sul legame fra ambiente, cultura, società ed economia contestualizzando l’ambiente apuano nella geografia europea. Infine il professore ha delineato un piano alternativo di sviluppo delle Apuane che dovrebbe incentrarsi su un nuovo stretto rapporto fra città e montagna, che veda nella montagna una opportunità di realizzare attività ricreative, educative e turistiche precluse dall’ambiente urbano. Infine ha sottolineato la ricchezza della terra che può esprimersi in una agricoltura sostenibile e nello sfruttamento della risorsa dell’acqua. Il professore ha proposto che il sistema dei canali e delle grotte oggi minacciato dalle escavazioni sia riconosciuto come parte integrante del geoparco Unesco.
“Giornata importantissima e ben riuscita quella di ieri” ha commentato Eros Tetti sulla pagina di Salviamo le Apuane “un vero e proprio passo avanti per la battaglia per le Alpi Apuane. La scena internazionale è sempre più il luogo ideale dove discutere con forza della distruzione delle Alpia Apuane, i delegati di tutto il mondo dell’UNESCO sono rimasti letteralmente basiti dall’apprendere cosa avviene sulle Alpi Apuane”.
 

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