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Clima: geo-ingegneria, la “cura” peggio del male

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Gli esperti bocciano la geo-ingegneria come strada per risolvere il problema dei gas serra e del cambiamento climatico. “Bisogna imboccare altre strade – dicono – altrimenti verranno a mancare precipitazioni vitali per la terra”.
Sempre più spesso all’incapacità di fare scelte drastiche nella qualità della vita e nella riconversione energetica e produttiva corrispondono spinte e sollecitazioni verso fantomatiche soluzioni ipertecnologiche per risolvere i problemi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Ma ecco che c’è qualcuno che ha il coraggio di dire che si sta solo perdendo tempo se si va in quella direzione. “La geo-ingegneria non cura il male”, a dirlo sono gli esperti dell’ American Geophysical Union. Lo studio pubblicato di recente è stato condotto dal National Center for Atmospheric Research (NCAR) e ha concluso che il riscaldamento globale causato da un massiccio aumento dei gas serra è responsabile di un aumento di circa il 7% nelle precipitazioni rispetto alle condizioni pre-industriali del pianeta. “Ma cercare di risolvere il problema con la geo-ingegneria potrebbe portare alla riduzione delle piogge monsoniche in Nord America, Asia orientale e altre regioni  fino al 7%”, mentre globalmente le precipitazioni potrebbero diminuire del 4-5%. “Anche se una di queste tecniche riuscisse a mantenere in equilibrio la temperatura globale – ha detto lo scienziato del NCAR, Simone Tilmes – le precipitazioni non tornerebbero all’era pre-industriale”. C’è chi, pensando alla geo-ingegneria, vorrebbe catturare l’anidride carbonica prima che entri nell’atmosfera, altri pensano a diffondere solfati nella stratosfera o lanciare specchi in orbita per ridurre le temperature globali. Secondo gli autori dello studio è assurdo pensare a ridurre il riscaldamento globale riducendo la quantità di luce solare che arriva sulla superficie terrestre, “perché così facendo si avrebbe una grande riduzione delle piogge”. “Sappiamo che il nostro sistema climatico è molto complesso, che l’attività umana sta riscaldando il pianeta e che qualsiasi tecnologia che possa schermare il pianeta potrebbe avere conseguenze imprevedibili”.

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