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Clima: l’Europa si accontenta del 40%

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L’accordo raggiunto sul clima per la riduzione delle emissioni al 2030 non soddisfa le associazioni ambientaliste. Gli obiettivi su rinnovabili ed efficienza energetica sono poco ambiziosi…
“Poteva andare peggio” è il commento di Greenpeace. L’accordo sugli obiettivi climatici al 2030 firmato dai paesi Ue fissa la soglia del 40% di riduzione delle emissioni climalteranti, superando le resistenze dei paesi dell’est.  “Un risultato francamente inferiore alle più pessimistiche previsioni” ha dichiarato Gianni Silvestrini, presidente di Free, il Coordinamento che raggruppa oltre 30 associazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica Tuttavia va gestito intelligentemente sul fronte interno e su quello internazionale”. Ma vediamo nei dettagli i contenuti dell’accordo: da qui al 2030 si impone il taglio di “almeno” il 40% della CO2, “almeno” il 27% di energia da fonti rinnovabili (obiettivo vincolante ma a livello europeo) e “almeno” il 27% di incremento dell’efficienza energetica (obiettivo indicativo). Questi due obiettivi su rinnovabili ed efficienza risultano decisamente poco ambiziosi, perché non si discostano dal trend attuale, che vede crescere lo sviluppo tecnologico e diminuire i consumi su scala europea.
Secondo Greenpeace a politica ha dimostrato ancora una volta di essere molto lontana dai cittadini, giocando al ribasso. Ma c’è la possibilità di aumentare le cifre in vista della conferenza sul clima di Parigi nel 2015, gran parte del merito va proprio alle persone, alle associazioni e alle imprese che in Europa e nel mondo stanno chiedendo un futuro cento per cento rinnovabile.
I leader europei ci hanno provato negli ultimi mesi, ma è stato impossibile ignorare un movimento sempre più trasversale e in costante crescita. Oltre un milione di persone scese per le strade in 159 paesi del mondo solo poche settimane fa, a cui sommare il recente appello di oltre 10 grandi imprese europee (tra cui Ikea, Philips e Swarosky), tutti con un unico messaggio: occorre abbandonare i combustibili fossili e puntare su un futuro di efficienza energetica e rinnovabili, per fermare i cambiamenti climatici ma anche per rilanciare economia e occupazione.
Gli obiettivi fissati sono, però, decisamente poco ambiziosi. Si vuole evidentemente fermare la crescita delle rinnovabili, e si ignorano le potenzialità dell’efficienza energetica per diminuire i consumi. A pagare le conseguenze di queste scelte saranno, come sempre, i cittadini. E la lobby fossile ringrazia.

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