Bisogna agire subito, prima che sia troppo tardi. Il monito arriva dall’Agenzia internazionale sull’Energia, che punta il dito proprio sull’aumento del fabbisogno energetico mondiale. Dobbiamo contenere l’aumento della temperatura sotto i 2 gradi…
Aspettare il 2020 per un accordo sul clima ci porterà drittiverso un catastrofico aumento di oltre 5 °C mentre agire subito sarebbe molto più conveniente economicamente. Muovendoci prima della fine del decennio potremmo riuscire a stare sotto ai 2 °C con 1.500 miliardi di dollari di investimenti, ma se aspettiamo il 2020 dovremo spendere 5mila miliardi. Dunque si agisca subito, promuovendo l’efficienza energetica, frenando sul carbone, dimezzamento delle emissioni di metano e tagliando dei sussidi ai combustibili fossili. È questo in grande sintesi l’avvertimento lanciato dalla International Energy Agency(IEA) nel report “Redrawing the Energy-Climate Map” (allegato in basso).
Siamo sulla strada per il disastro climatico, è la premessa del documento: le infrastrutture energetiche esistenti e quelle che stiamo creando, se non si interviene in tempo, faranno salire la temperatura del pianeta da 3,6 a 5,3 °C. Gli ultimi dati sulla CO2 mostrano, infatti, un aumento dell’1,4% nel 2012, che ha portato ad un totale di 31,6 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2 equivalente. A maggio 2013, per la prima volta dopo centinaia di millenni, la concentrazione della CO2 in atmosfera ha superato le 400 parti per milione.
Se in alcune aree del pianeta ci sono state riduzioni delle emissioni, infatti, in altre l’aumento è continuato. La rivoluzione del gas da scisti, che ha sostituito il carbone in molte centrali Usa, ha fatto calare di 200 Mt le emissioni del paese; crisi economica e rinnovabili hanno ridotto di 50 Mt le emissioni europee.
Fonte: Qualenergia.it