L’atteso rapporto dell’Ipcc conferma l’origine antropica del surriscaldamento climatico. La temperatura media aumenterà di quasi 5 gradi da qui al 2100. Sotto accusa i combustibili fossili e la deforestazione
Bando alle ciance. Il nuovo rapporto dell’Ipcc, il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU parla chiaro: il riscaldamento globale del clima terrestre è colpa dell’Uomo. Secondo il documento scientifico presentato stamani a Stoccolma la temperatura media della Terra dovrebbe aumentare da 0,3 a 4,8 gradi centigradi entro il 2100 con un rialzo delle acque marine da 26 a 82 centimetri entro il 2100.
Drammatici i dati sulla Co2. La concentrazione di biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750″. La colpa è dell’uomo al 95%. Lo confermano gli studiosi del Cnr che hanno partecipato alla ricerca: “è probabile al 95-100% che le attività antropiche, uso dei combustibili fossili e deforestazione, abbiano causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato, che a sua volta ha causato il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci, l’acidificazione degli oceani, l’innalzamento dei mari e l’intensificarsi di alcuni fenomeni estremi nella seconda metà del 20 secolo”. “Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del pianeta, anche se non in misura uniforme, molti dei quali persisteranno per secoli. Per arginare questo circolo vizioso occorrono urgenti e importanti riduzioni delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra”.
Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti e il primo decennio del XXI secolo è stato il più caldo dal 1850. Dall’inizio del XX secolo la temperatura media del pianeta è cresciuta di 0,89 gradi, mentre il livello del mare è cresciuto in media di 19 centimetri”. Lo spiega la ricercatrice dell’Isac-Cnr Maria Cristina Facchini, uno dei lead author del volume dell’Ipcc aggiungendo che “i ghiacciai dell’intero pianeta stanno perdendo massa e la copertura di ghiaccio dell’Artide sta diminuendo”. Niente di nuovo dunque sul fronte occidentale: dati ancora allarmanti che ci parlano di un punto di non ritorno ormai superato. Si tratta adesso di fare meno danni possibili.