Election style: il verde non va di moda
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I leader politici impegnati nella campagna elettorale che cambiano radicalmente strategia, puntando sulla green economy e promettendo una vera rivoluzione energetica; gli Usa di Obama che raccolgono la sfida dei cambiamenti climatici, la Cina che abbandona le fonti fossili; e, ancora, i cittadini e gli amministratori siciliani in rivolta contro le trivelle petrolifere al largo delle loro coste, l’istituzione di un Tribunale Internazionale per l’Ambiente, un mega parco eolico inaugurato davanti alle coste di Taranto.
«Ecco cosa vorremmo leggere sui giornali. Ancor più vorremmo denunciare come i temi ambientali siano completamente assenti dalla campagna elettorale e poco trattati, in questo periodo, dai media» afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
Alcune tra le notizie riportate nell’edizione verde di “Metro” sono di pura fantasia, altre non lo sono affatto. Sono veritieri, ad esempio, i dati pubblicati sulla
«Da due mesi siamo impegnati a chiedere ai leader politici e ai partiti una risposta a 9 semplici quesiti sul futuro energetico del Paese. Quando parliamo di energia parliamo di un pezzo centrale dell’economia, ma anche di ambiente, salute pubblica, lavoro. Queste stesse domande, insieme a Greenpeace, le hanno poste – su www.IoNonViVoto.org – oltre 50 mila italiani che hanno firmato la nostra petizione. Molti politici ci hanno risposto, alcuni prendendo impegni importanti. Da Bersani, Monti e Berlusconi invece solo un silenzio pieno di indifferenza» conclude Boraschi.
Greenpeace invita tutti i cittadini a continuare a fare pressione sulla politica attraverso il sito www.IoNonViVoto.org, affinché i temi ambientali entrino finalmente nella campagna elettorale.