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Fao e Ocse: il cibo è poco e costa troppo

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A partire dal 26 giugno sarà disponibile l’edizione integrale del rapporto Fao e Ocse  The OECD-FAO Agricultural Outlook 2013-2022, secondo cui la produzione mondiale agricola non cresce a sufficienza e il cibo disponibile raggiunge prezzi inaccessibili a molti.
“Fino a che le scorte alimentari nei principali Paesi produttori e consumatori rimarranno basse, il rischio di volatilità dei prezzi è amplificato. Una siccità diffusa, come quella del 2012, in aggiunta a scorte alimentari limitate, potrebbe far aumentare i prezzi del 15-40%”. Lo riporta  The OECD-FAO Agricultural Outlook 2013-2022.
Il nuovo documento di Fao e Ocse sarà scaricabile in versione integrale dal 26 giugno. Il rapporto sostiene che la produzione agricola mondiale cresce ma non abbastanza per soddisfare le necessità della popolazione aumentata, che le previsioni danno attorno ai 9 miliardi di persone nel 2050. Di qui al 2025 si stima che la produzione agricola globale crescerà in media dell’1,5% l’anno, a fronte di una crescita annua del 2,1% registrata tra il 2003 e il 2012. Il rapporto considera la produzione agricola destinata al consumo umano, non i terreni (sempre di più) destinati alla produzione di bio combustibili, che erodono spazi alle coltivazioni alimentari. Aumentano dunque le carenze alimentari nel mondo, i prezzi cambiano nei paesi industrializzati e ci sono grossi squilibri di mercato nel mondo. Questo succede quando, come si legge nello stesso rapporto, “l’agricoltura è sempre più orientata dal mercato piuttosto che dalla politica“. La siccità della scorsa estate, ad esempio, oltre che assestare un duro colpo ai produttori di mezzo mondo, ha fatto lievitare i prezzi di alcuni prodotti vicino al livelli storici del 2008, con un crollo della produzione di cereali del 30% solo in Italia. Un precedente rapporto Ocse-Fao, pubblicato la scorsa estate, ricordava che la produzione agricola mondiale dovrebbe crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per far fronte all’aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina e al conseguente maggiore consumo di carne, quindi di mangime per gli allevamenti. Proprio la Cina è uno degli osservati speciali da parte delle due organizzazioni internazionali. Con un quinto della popolazione mondiale, una crescita del reddito elevata e un settore agro-alimentare in rapida espansione, proprio la Cina sarà la protagonista assoluta dei mercati mondiali nei prossimi anni. Il rapporto Ocse-Fao registra un netto miglioramento nell’approvvigionamento interno del paese, che è riuscito a ridurre di 100 milioni le persone in carenza alimentare dai primi anni novanta. Ed ecco che oggi è avviata a decidere, con il proprio peso, le dinamiche agricole mondiali. Un esempio? Si stima che la Cina sia destinata a superare l’Unione europea nel consumo di carne di maiale (affettati compresi) entro il 2022. Prevedibili ulteriori sorpassi in altri settori.

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