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Il commercio delle armi va a gonfie vele

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All’interno dell’Unione Europea oltre al biologico e alle rinnovabili c’è un altro settore che continua a tirare: quello delle armi. La Relazione governativa di fine anno suscita nuove critiche da parte del mondo pacifista
Riprendono gli affari per l’industria armiera europea: dopo il calo del 2010, sono aumentati del 18,3% gli ordinativi ai paesi dell’Unione Europea per esportazioni di sistemi militari che nel 2011 (ultimo dato disponibile) hanno superato i 37,5 miliardi di euro. Crescono soprattutto le autorizzazioni verso le zone di maggior tensione del pianeta (Medio Oriente e Asia), diminuiscono verso gli Usa. Aumentano anche le consegne effettive di materiali militari: ma su queste il Rapporto dell’UE non presenta i dati perché diversi paesi non li hanno resi noti. Forse per adeguarsi allo standard tedesco, il governo tecnico italiano ha pensato di manipolare un po’ le cifre: a fronte degli oltre 2,6 miliardi di consegne riportate nella Relazione governativa nazionale, i funzionari governativi hanno riferito all’UE solo poco più di 1 miliardo. Un “errore” che solleva più di qualche interrogativo sulla trasparenza del Governo Monti in questioni militari. 
La “XIV Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari”  è stata pubblicata in 14 dicembre scorso nel silenzio più assoluto: nessun comunicato stampa né del Consiglio dell’UE, nè sul sito del Parlamento europeo, nessun annuncio, nessuna conferenza stampa (e ovviamente nessun articolo di giornale). Insomma, un atto burocratico da ottemperare, ma sul quale i governi preferiscono non attirare troppa attenzione forse per non dover commentare diverse anomalie e rispondere alle varie questioni che le esportazioni militari sollevano. I dati sono per diversi aspetti già obsoleti: la Relazione UE riporta infatti le cifre delle autorizzazioni (licences) e delle consegne (exports) di armamenti dei paesi membri per l’anno precedente, cioè il 2011.
Nonostante il lungo lasso di tempo per la preparazione, le informazioni della Relazione sono incomplete e ampiamente carenti. Anche quest’anno, infatti, una minuscola nota (p. 8) avverte riguardo alle effettive esportazioni (exports) che “diversi stati non hanno potuto fornire i dati”. Non si tratta di paesi marginali nella produzione di armi: oltre a Belgio, Danimarca, Polonia, Grecia e Irlanda, non hanno infatti fornito all’UE le cifre sulle consegne effettive di armi anche Germania e Regno Unito, cioè due tra i maggiori esportatori mondiali di armamenti.
Fonte: Unimondo.org

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