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Inceneritore di Parma: lo stop arriva dalla Provincia

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L’inceneritore di Parma “non può partire se i lavori funzionali al corretto esercizio dell’impianto sono ancora in corso”. Stavolta a bloccarlo, e con pieni poteri, non è il Comune a 5 Stelle del sindaco Federico Pizzarotti ma la Provincia guidata dal suo ex sfidante Pd, Vincenzo Bernazzoli.
L’inceneritore di Parma “non può partire se i lavori funzionali al corretto esercizio dell’impianto sono ancora in corso”. Stavolta a bloccarlo, e con pieni poteri, non è il Comune a 5 Stelle del sindaco Federico Pizzarotti ma la Provincia guidata dal suo ex sfidante Pd, Vincenzo Bernazzoli. La Provincia risponde così a Iren che comunicava una nuova prova di avvio, in vista dell’apertura a regime annunciata per il 28 luglio. All’arrivo della comunicazione di Iren Ambiente, la Provincia “ha disposto una verifica e dal sopralluogo del 22 maggio è emerso che i lavori per rendere funzionale il depuratore sono ancora in corso”. Vista la “mancata ultimazione dei lavori funzionali al corretto esercizio dell’attività, si esprime formale diniego all’esercizio” nel termine prospettato, si legge nella lettera inviata alla multiutility ieri sera e pubblicata oggi sul sito della Provincia. Iren, dunque, ripresenti la comunicazione di avvio “allorquando i lavori saranno terminati”, allegando poi tutti i documenti necessari ad attestare la “esecuzione lavori a regola d’arte”, perchè – spiega la Provincia – la precedente dichiarazione di Iren “non è risultata veritiera, obbligando i vari Enti a controlli del tutto inutili in considerazione del fatto che molteplici opere dovevano ancora essere eseguite”.
“La Provincia ci dà ragione: sin da subito abbiamo sostenuto che l’Inceneritore non fosse pronto a partire, proprio perchè la sua costruzione non soddisfaceva molti dei requisiti minimi”. Gabriele Folli, assessore all’ambiente della Giunta del sindaco a 5 Stelle Federico Pizzarotti, commenta così la decisione della Provincia di bloccare le nuove prove di avvio chieste da Iren. “Lo stop all’impianto – sottolinea Folli – non è
ostruzionismo: come sempre sostenuto dal Comune, rafforzare l’attività di controllo va in direzione del rispetto delle norme di legge. Auspichiamo dunque che anche all’interno di Iren vengano individuate le responsabilità di chi ha fortemente voluto questo avvio anticipato”. E l’assessore all’Ambiente di Parma Gabriele Folli torna a chiedere alla multiutility una indagine interna per portare alla luce l’accaduto. Folli segnala anche i pareri negativi forniti dal Comune in seguito ad un sopralluogo fatto dalla Polizia Municipale la mattina del 23 maggio e sottolinea: “I recenti avvenimenti che hanno portato al diniego all’avvio in esercizio dell’inceneritore da parte della Provincia non possono che confermare la bontà della linea adottata dalla giunta Pizzarotti nel chiedere il massimo rispetto delle prescrizioni e delle norme oltrechè la serie di pareri negativi espressi in sede di Conferenza dei servizi e in Commissione tecnico Amministrativa da parte del Comune di Parma”. Le prove di combustione con rifiuti chieste ed ottenute da parte del gestore alla Provincia per poter accendere l’impianto prima del 30 aprile, prosegue l’assessore, sono state finalizzate “ad acquisire una consistente fetta di incentivi legati ai Certificati Verdi (nonostante a quella data l’impianto fosse evidentemente non ultimato)”, e “sono la riprova che la questione sia stata trattata con poca competenza se non con leggerezza”. Le conseguenze, prosegue Folli, “si sono palesate con gravi malfunzionamenti emersi durante la breve durata di queste prove, con la temperatura scesa al di sotto della soglia di sicurezza (850 gradi) e i dispositivi automatici di blocco alimentazione rifiuti che non sono entrati in funzione”. L’assessore infine lancia una stoccata al Pd, stesso partito che a Parma esprime il presidente della Provincia. “In città c’è chi non più tardi di un mese fa invocava una linea più morbida da parte dell’amministrazione comunale invitando a scendere a patti con il gestore per non perdere questi incentivi statali a danno della comunità, ignorando forse che queste somme (si parla di milioni di euro) sono prelevate dalle bollette dei cittadini per finanziare l’utilizzo di energie rinnovabili. Questi soldi, se l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ne confermerà l’erogazione, verranno quindi sottratti ad altre fonti veramente rinnovabili a favore di un inceneritore rifiuti in modo assolutamente improprio, a nostro modo di vedere”.

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