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L’innalzamento dei mari spaventa gli economisti

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Un danno economico, oltre che ambientale, rilevante che potrebbe portare alla contrazione del Pil mondiale di un 10% annuo. Una nuova ricerca che elabora i dati IPCC
Una nuova ricerca dell’Università di Southampton preannuncia che l’innalzamento dei mari potrebbe ridurre del 10% i volumi dell’economia mondiale intorno al 2100.
Lo studio si avvale di varie proiezioni elaborate dall’Intergovenmental Panel on Climate Change (IPCC) sulle emissioni di anidride carbonica e sul riscaldamento globale, insieme ai vari scenari sulla crescita economica, sull’aumento della popolazione e sui movimenti migratori.
Secondo le proiezioni dell’IPCC il livello dei mari salirà dai 25 ai 123 cm, a seconda delle misure intraprese dalla comunità internazionale. In base a questo scenario una percentuale variabile dallo 0,2 al 4.6% di popolazione, ovvero fino a 600 milioni di persone, verrà inondata da alluvioni, con un incidenza negativa sul prodotto interno lordo globale fino al 9,3%.
I ricercatori invitano a elaborare strategie di adattamento efficaci per difendersi dalle alluvioni, come costruzioni adeguate e con un uso più intelligente delle aree costiere. Le zone umide e le spiagge dovrebbero fungere da barriere naturali, con sistemi di drenaggio, e aree verdi. Ma dovrà cambiare anche il modo di fare turismo e pensare il territorio. Se non cambia qualcosa i danni potrebbero insorgere anche molto prima.

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