La Regione Liguria sta preparando un bando per cedere a soggetti privati, con concessioni pressoché gratuite, 7000 ettari di bosco. Legambiente si dice d’accordo, Wwf contraria. Chi salverà il nostro territorio e il patrimonio forestale?
Chi è che salverà i nostri boschi? Chi ha soldi per investire in progetti di rimboschimento, tenuta degli argini, sistemazione dei fossi e delle aree collinari? Lo Stato? I comuni? Le comunità?
La Regione Liguria, una delle più colpite da frane e alluvioni, con un territorio a grave rischio, ha deciso di tagliare la testa al toro: con la pubblicazione di un bando ha deciso di affidare i suoi 7 mila ettari di boschi a soggetti privati.
“Un castagneto malato è triste, inutile e pericoloso” sostiene Massimo Maugeri di Legambiente, che plaude all’iniziativa, mentre il Wwf si è schierato contro.
La Liguria ha un 70% di territorio coperto da foreste, battendo il primato italiano, con una percentuale superiore anche a quella del Trentino Alto Adige.
Il bosco è un presidio idrogeologico, una culla di biodiversità e un patrimonio paesaggistico ma richiede una manutenzione ormai sempre più rara. I boschi liguri, poi, per la massima parte non sono «originali», sono stati tagliati dall’uomo intensamente e quindi non hanno più quell’equilibrio naturale che consentiva a una specie di autoregolarsi. Così oggi tendono a diventare troppo «pesanti» fino a non avere più un effetto di consolidamento del terreno. L’indice di «necro massa», ovvero gli alberi morti, è altissimo: il 18,8 contro il 7,5 dell’Appennino del Centro-Nord e l’8,8 della media nazionale. In particolare i pini marittimi attaccati dalla cocciniglia sono dei «morti in piedi» spiega Damiano Penco, uno dei responsabili del progetto ligure, «con il loro legno secco diventano fiammiferi pronti ad accendersi».
La proposta della Regione divide il mondo ambientalista in due e ci lascia disquisire sui massimi sistemi: è giusto affidare i boschi liguri a dei privati? Potranno degli imprenditori dare delle garanzie sulla tutela di questo bene comune?
“Migliaia di ettari di bosco sono improduttivi, non fruibili ed esposti al dissesto” argomenta l’assessore regionale Barbagallo “perché un privato non dovrebbe trovare conveniente affidarli a chi li può gestire?”.
Il bando sarà pronto entro l’estate, sempre che non trovi ostacoli di carattere politico o giuridico e prevede una concessione gratuita, o a cifre pressoché nulle. La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, sembra approvare l’iniziativa, ma rilancia la necessità di dotare il piano di un progetto per l’economia del legno e del sottobosco.
Fonte: Corriere.it