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No alla devastazione in Nicaragua

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No al canale costruito dai cinesi che devasterà il Nicaragua. Antonio Ruiz, ambientalista di fama internazionale, sarà a Modena il 28 ottobre per presentare l’iniziativa. 
MARTEDI 28 OTTOBRE ALLE 20.30 presso la sede di  Foreste per Sempre e Guardie Ecologiche Volontarie, in via D’Avia SUD n. 65/a a Modena, importante incontro pubblico con ANTONIO RUIZ,  presidente della FUNDACION DEL RIO in Nicaragua e Marzio Marzorati, responsabile dei progetti di Legambiente in Nicaragua e del settore Parchi di Legambiente Lombardia, sul tema: 
“IL PROGETTO CINESE DEL GRAN CANAL, SOLUZIONE DEI PROBLEMI DEL PAESE PIU’ POVERO DEL CENTRO-AMERICA O IMMANE CATASTROFE AMBIENTALE E ALTRO?”
L’INCONTRO SARA’ OCCASIONE PER LANCIARE UN COMITATO ITALIANO CONTRO IL GRAN CANAL E A DIFESA DEL LAGO COCIBOLCA, cui è impegnato a contribuire anche Legambiente, da sempre impegnata in Nicaragua su progetti ambientali. 
Antonio Ruiz, ambientalista e conservazionista di fama internazionale, spiegherà i dettagli del progetto faraonico di un canale di 280 Km che dovrebbe congiungere l’Oceano Atlantico col Pacifico, per permettere il passaggio delle grandi navi container in alternativa al canale di Panama. Il progetto, che dovrebbe partire già dai prossimi mesi con un investimento cinese di 40 miliardi di dollari, a fronte di una concessione gratuita per 100 anni, presenta enormi incognite per i sistemi ecologici interessati e un motivo di possibili nuove tensioni internazionali, visto che sarebbe nel “cortile di casa” degli USA.
Il progetto, di cui il titolare della concessionaria cinese ha declamato che “sarà l’opera più grande ad esser costruita nella storia dell’umanità”, è privo di studio di impatto ambientale, farà scempio delle Isole Solentiname, della Riserva Ecologica Indio Maiz, delle riserve naturali Cerro Silva e Punta Gorda, con foreste primarie nelle aree naturali più incontaminate dell’America Centrale che verrebbero devastate e completamente sommerse da un lago artificiale di 400 Kmq . 
Oltretutto sarà una inutile follia, essendo in forte aumento il numero di grandi navi che non passano più da Panama ma dalla Northern Sea Route (NSR), il passaggio a Nordest che collega lungo il Polo Nord l’Oceano Pacifico con l’Atlantico, ormai diventato una rotta commerciale possibile a causa del riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci, preferita da molte compagnie per i minori giorni di viaggio e i minori costi di carburante e pedaggio di Panama .
Gli scienziati avvertono che il Canale potrebbe devastare alcune delle aree più fragili e incontaminate del Centro America: secondo uno studio scientifico indipendente, il progetto distruggerà 400.000 ettari di zone umide e foreste pluviali tra le più ricche di biodiversità al mondo. Sarà inoltre necessario confiscare una grande quantità di terra dalla popolazione indigena del Nicaragua, discendente dagli antichi Maya.
Molti fiumi e il lago Nicaragua o Cocibolca, il più grande lago d’acqua dolce del Centro America, sarebbero compromessi; persino l’isola vulcanica di Ometepe, una Riserva mondiale della Biosfera, sarebbe messa a rischio.
In queste aree ricchissime di biodiversità endemica vivono splendidi mammiferi, tra cui cinque specie di  felini, compresi  giaguari e  puma, tre specie di scimmie, tapiri,  formichieri, cervi, bradipi e  persino uno spettacolare mammifero acquatico, il lamantino, già oggi a rischio di estinzione.
La Fundación  Del Rio para la Conservación y el Desarrollo del Sureste de Nicaraguaè alla testa di un movimento popolare contrario al Gran Canal e agli espropri delle terre, anche se il Nicaragua è il secondo paese più povero delle  Americhe, con il 48% della popolazione di sotto della soglia di povertà e ben l’80% della popolazione che vive con meno di 2 dollari al giorno, ma anche con grande dignità e grande avversità alla mega-opera cinese.
Per sapere di più:     
http://www.fundaciondelrio.org/campana.php/

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