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Scompaiono gli uccelli, i semi delle piante ne risentono

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Arrivano conferme su conferme: man mano che si “erode” il patrimonio di biodiversità, l’ambiente subisce rotture degli equilibri che innescano conseguenze a catena. L’ultima novità (negativa)? Scompaiono i grandi uccelli nelle foreste tropicali e i semi delle palme diminuscono e rimpiccioliscono.
Sono tante ancora le persone che fanno spallucce quando sentono che le api stanno scomparendo, che i grandi animali selvatici si estinguono o che, nel nostro piccolo, assistiamo alla scomparsa dei passeri, delle farfalle e via dicendo. Sono tanti ancora quelli che dicono tra sè e sè: tanto non mi tocca. Invece ci tocca, tutti e dappertutto. La sapete l’ultima? La scomparsa dei grandi uccelli frugivori delle foreste tropicali brasiliane ha avuto come conseguenza il fatto che le palme forestali della regione producono meno semi e più piccoli, rispetto all’ultimo secolo. A dirlo è uno studio della Universidade Estadual Paulista di Sao Paulo, Brasile, pubblicato su Science. I risultati forniscono la prova che l’attività umana può innescare cambiamenti evolutivi molto rapidi nelle popolazioni naturali. I ricercatori hanno esaminato macchie di foresta pluviale che erano state frammentate durante l’Ottocento per produrre caffè e canna da zucchero. Hanno raccolto più di 9 mila semi da 22 diverse popolazioni di palme Euterpe edulis: usando una combinazione di dati statistici, genetici e modelli evolutivi, hanno dedotto che la scomparsa degli uccelli, che spargevano i semi nella zona, era la causa principale del fatto che i semi delle palme si fossero ridotti di dimensione. Pensate in grande: un meccanismo come questo può ripetersi dovunque, anche sotto il nostro naso.

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