Il teatro come scoperta di sé: il percorso esperienziale al liceo Steiner-Waldorf di Firenze
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Al liceo Steiner Waldorf di Firenze tre settimane, all’interno del curriculum formativo, vengono dedicato al teatro, di cui una residenziale. Come spiegano gli organismi scolastici, «si tratta di un percorso importante, inserito in una scelta pedagogica che risveglia e valorizza i talenti dei ragazzi».
Al liceo Steiner Waldorf di Firenze tre settimane, all’interno del curriculum formativo, vengono dedicato al teatro, di cui una residenziale. Come spiegano gli organismi scolastici, «si tratta di un percorso importante, inserito in una scelta pedagogica che risveglia e valorizza i talenti dei ragazzi».
«Possiamo immaginare la tappa biografica che vivono gli adolescenti paragonandola a quella della crisalide nel percorso nel divenire farfalla. Ciò comporta, per gli adulti, mantenere presente l’immagine della bellezza della farfalla nel rapportarsi con il mondo giovanile, anche nei momenti più difficili, e domandarsi come far sì che le sue ali possano essere forti e lucenti per volare nel mondo della vita» spiegano gli organismi scolastici, che agiscono in grande sinergia nelle scuole Waldorf.
«Nelle nostre scuole è presente una qualità preziosa: una riflessione pedagogica, un cammino comune all’interno del collegio docenti e nella comunità educante tutta – proseguono – Per quanto riguarda il percorso nelle scuole superiori è ferma convinzione che i ragazzi potranno sviluppare delle sane individualità, una sana connessione con la realtà della vita laddove avranno la possibilità di far crescere in loro facoltà di giudizio libere e autonome, laddove potranno sempre più fidarsi e appoggiarsi sulle proprie forze di pensiero».
Prendendo in prestito le parole dello stesso Rudolf Steiner, il fondatore della pedagogia Steiner-Waldorf (considerata una delle figlie della scienza dello spirito antroposofica), dalla scuola sottolineano come «la pedagogia della scuola waldorf non è in genere un sistema pedagogico, ma è un’arte per risvegliare quanto nell’uomo già c’è. In fondo non intende educare ma risvegliare. Oggi è necessario risvegliare».
«Per muoversi verso tali obiettivi di risveglio ciò che ci si propone di fare è portare il mondo incontro agli studenti, e questo può avvenire presentando in classe i fenomeni manifesti che il mondo ci mostra, in campo scientifico, ma anche umanistico, affinché i ragazzi possano conquistare le leggi, i concetti, le idee che si nascondono dietro tale fenomeni, e proponendo delle attività esperienziali che possono variare da lavori laboratoriali (agricoli, di legno) ad artistici (come un percorso teatrale)» spiegano ancora dal liceo Waldorf di Firenze, dove appunto il percorso teatrale è pensato in tre settimane intensive, delle quali una residenziale.
Di seguito l’intervista all’attore, regista e professore di teatro Marco Conti, che tiene la formazione nella scuola.
Qual è il significato pedagogico dell’esperienza teatrale?
«Sono molteplici, ma se dovessimo riassumerli in una sola frase, potremmo affermare che il punto d’arrivo è la capacità, da parte del ragazzo, di sentirsi parte di un tutto e di riuscire a collocarsi come elemento attivo all’interno di esso. Il momento dello spettacolo rappresenta l’occasione per prenderne coscienza. C’è infatti un momento in cui tutte le indicazioni ricevute durante il periodo delle prove devono essere interiorizzate dall’allievo, che ha il compito di farle proprie e di metterle in atto in autonomia: questo momento è la restituzione finale. Metaforicamente, rappresenta il passaggio in cui un ragazzo o una ragazza esce dalla sfera genitoriale ed entra pienamente in quella individuale. Nel momento dell’evento teatrale non c’è più alcun sostegno, nessun paracadute: il ragazzo o la ragazza si trovano da soli ad attraversare tutte le tappe affrontate durante le prove. È il momento in cui si prende con convinzione il proprio posto e si va avanti con le proprie gambe».
Come si struttura il periodo che precede lo spettacolo teatrale?
«Considero sempre una serie di incontri preliminari, fondamentali per creare il gruppo di lavoro e approfondire le relazioni tra tutti i suoi componenti, insegnante compreso. È una fase importante per costruire un ambiente di lavoro accogliente e basato sulla fiducia reciproca. Si tratta di un momento delicato, soprattutto all’interno di un gruppo classe, perché gli studenti sono chiamati a mostrarsi in una luce nuova, rompendo progressivamente con le consuetudini. Questo processo può essere difficile e imbarazzante, anche per i più giovani. Richiede molta pazienza e, spesso, anche una buona dose di umorismo. Sono però gli stessi ragazzi i primi a essere incuriositi nel vedere i propri compagni sotto una luce diversa. Questo “gioco” migliora le relazioni all’interno della classe, perché permette di osservare l’altro da un punto di vista inedito, facendo emergere attitudini nuove e inaspettate. Terminata questa fase di costruzione del gruppo e dell’ambiente di lavoro, introduco un testo di riferimento con cui i ragazzi possano confrontarsi. La scelta del testo non è mai casuale. Cerco un’opera adatta alle tematiche giovanili, che possa offrire contenuti ricchi e significativi per le domande esistenziali che i ragazzi portano con sé. Dal testo si passa poi all’assegnazione dei ruoli e alle prove, durante le quali si approfondiscono i personaggi, le relazioni e si lavora alla vera e propria messa in scena».
Qual è l’importanza per lo studente di indossare una maschera durante l’attività teatrale?
«Interpretare un ruolo significa dare al ragazzo la possibilità di esprimere una parte di sé sconosciuta o nascosta. I primi ad accorgersene sono spesso i genitori, quando assistono allo spettacolo: a volte quasi non riconoscono il proprio figlio, lo vedono trasfigurato, colgono qualità non visibili nella quotidianità. L’esperienza interpretativa rompe l’immagine cristallizzata che si ha di sé. Quando si tratta di interpretare un personaggio, il ragazzo ha la possibilità di mostrarsi agli occhi dei compagni e dei genitori con “abiti nuovi”, che il ruolo stesso autorizza a indossare. Il ragazzo percepisce con chiarezza la propria attitudine al cambiamento, di cui è egli stesso l’artefice; sperimenta in sé la possibilità di indossare nuove vesti; costruisce, a poco a poco, una vera e propria “seconda natura”, capace di governare tutte queste trasformazioni».
Quali qualità interiori vengono sviluppate durante il lavoro teatrale?
«L’arte teatrale coinvolge le tre sfere fondamentali dell’essere umano: la sfera fisica, quella emotiva e quella del pensiero. A livello fisico, i ragazzi sperimentano costantemente il proprio corpo in movimento, in relazione prima di tutto con lo spazio e poi con altri corpi in movimento. È un lavoro che richiede presenza scenica, attenzione, concentrazione e la capacità di agire nel “qui e ora”. A livello emotivo, i ragazzi sono stimolati a unire alla propria azione scenica anche una partecipazione interiore. Un gesto, accompagnato da una parola e da un pensiero coerente, può generare un’emozione: è necessario allenare la capacità di lasciar sorgere il vissuto e portarlo all’espressione. Il teatro lavora per rimuovere quegli ostacoli che impediscono il libero fluire del sentimento. La sfera del pensiero è anch’essa profondamente coinvolta, sia nella fase preparatoria sia durante la rappresentazione. Basti pensare allo studio analitico richiesto da un testo drammatico: la capacità di cogliere i nessi di causa ed effetto che legano le azioni tra i personaggi e le scene, la comprensione delle funzioni dei singoli personaggi all’interno dell’architettura dell’opera.L’adolescenza è il momento in cui il ragazzo o la ragazza sviluppa le proprie facoltà di giudizio, e lo studio di un testo favorisce la crescita della capacità critica e della comprensione globale dell’opera, nonché del suo significato etico.Quando i ragazzi interpretano il proprio ruolo, restano consapevoli della funzione che il personaggio porta con sé. Sono coscienti di far parte di un disegno più grande e fanno esperienza diretta delle conseguenze delle proprie azioni. Al giudizio critico si associa così anche quello morale. Il teatro, in questo senso, contribuisce allo sviluppo del senso etico negli adolescenti».
Qual è il valore del lavoro corale nel contesto teatrale educativo?
«Il teatro è sempre, allo stesso tempo, un lavoro corale e individuale: non può esserci un buon lavoro collettivo senza un importante lavoro su sé stessi. Nel gruppo è necessario armonizzare le diversità fino a percepirsi come un unico corpo in azione. Questo accade solo se il ragazzo è capace di riconoscersi come parte di un tutto, se sa dosare le proprie forze, se sa condurre ma anche lasciarsi guidare, se riesce a equilibrare le proprie facoltà con quelle degli altri. Contemporaneamente, in scena, chi recita deve saper mantenere le peculiarità del proprio personaggio per evidenziare i contrasti drammatici. Il ragazzo, quindi, deve essere in grado di restare ancorato al proprio stile recitativo, senza confondersi con quello del compagno con cui interagisce. Si pensi a quanto questo sia importante anche nella vita: saper mantenere la propria individualità, senza perdere la capacità di ascolto verso l’altro e verso la collettività».
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Marco Conti è attore e pedagogo, da oltre vent’anni insegna teatro alle giovani generazioni. Collabora con numerose scuole in tutta Italia, prendendo parte a progetti artistici ed educativi rivolti al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
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LETTURE UTILI
Perché scegliere la scuola steineriana. Metodi e principi di un approccio educativo vicino alla vita
Come si caratterizza oggi la scuola steineriana? Quali sono i suoi punti di forza? Dopo un secolo di pedagogia steineriana, come si adattano i principi enunciati da Rudolf Steiner alle sfide del presente? Wolfgang Held ha visitato diverse scuole Waldorf, restituendoci una profonda riflessione sull’approccio didattico ed educativo e sulle applicazioni più innovative di questa impostazione che mette al centro i bisogni fondamentali dell’essere umano.
Un testo adatto a tutti, sia a coloro che si affacciano per la prima volta a questo mondo sia per chi lo vive nel quotidiano come alunno, educatore, genitore o insegnante.
Questa edizione del libro è arricchita con un’appendice sulle scuole Waldorf in Italia.

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OPEN DAY IL 17 MAGGIO
Sabato 17 maggio, durante l’open day, al liceo Steiner Waldorf di Firenze verrà illustrato anche il progetto di formazione ed esperienzale che riguarda il teatro.
La partecipazione è gratuita ma è necessaria la prenotazione alla mail segreteria@firenzesteinerwaldorf.it o al numero 055-9361847
