“Cibo, bevande, vernici e prodotti usati per il giardinaggio potrebbero rappresentare un pericolo per la salute umana”. Lo rende noto l’Enpa in occasione della Giornata europea contro la vivisezione. Perchè? Perchè la sperimentazione sugli animali non è sicura per l’uomo.
“Cibo, bevande, vernici e prodotti usati per il giardinaggio potrebbero rappresentare un pericolo per la salute umana”. Lo rende noto l’Enpa in occasione della Giornata europea contro la vivisezione. A confermare gli allarmi erano stati nelle settimane passate (come riportato da
TerraNuova già a febbraio scorso) ricercatori americani che avevano pubblicato uno studio sulla rivista scientifica
Proceedings of the National Academy of Sciences. Secondo quanto evidenziato dai ricercatori, “le sostanze chimiche utilizzate per confezionare migliaia di prodotti di uso quotidiano, come conservanti e coloranti, sarebbero pericolose perchè i risultati ottenuti con gli esperimenti sugli animali non sono trasferibili all’uomo- riporta l’Enpa- in altri termini, un composto innocuo per un topo, per un cane o per un coniglio non lo è necessariamente anche per gli uomini”. I ricercatori, “sono giunti a tale conclusione dopo aver constatato che, nonostante fossero state sperimentate sui topi, alcune medicine sviluppate per curare le patologie di origine infiammatoria hanno mostrato un tasso di insuccesso del 100% in circa 150 test condotti sugli esseri umani- spiega Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa- un dato che non deve sorprendere se, come sottolinea Kristie Sullivan del Physicians Committee for Responsible Medicine, qualcosa come il 90% di tutti farmaci testati sugli animali o viene ritirato dal mercato oppure non
entra affatto nei circuiti commerciali”. Una evidenza “che contraddice il principio della trasferibilità all’uomo dei risultati ottenuti con il modello animale”. Quindi, “se con gli esperimenti sugli animali non si possono predire le risposta dell’organismo umano ai trattamenti terapeutici, è verosimile che lo stesso accada anche con le risposte ai test sulla tossicit. dei composti chimici usati per confezionare migliaia di prodotti di uso quotidiano- prosegue Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa- è come se questi composti, come suggeriscono gli autori della ricerca, non fossero mai stati sperimentati, perchè non sono stati testati con un metodo validato scientificamente”. Dunque, “non sappiamo quali gravi conseguenze potrebbero avere per la salute umana- sottolinea Ferri- ciononostante si continua a fare ricerca sugli animali per alimentare un fiorente business (un topo geneticamente modificato pu. costare fino a 100 mila dollari) che ogni anno costa la vita a circa 100 milioni di topi e che non produce alcun beneficio nè per la salute umana, né più in generale per il progresso della ricerca medica”.