Smog e tumore ai polmoni: nuovo allarme scientifico
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Secondo il primo dei due studi, firmato da Raquel Silva dell’Università del North Carolina a Chapel Hill, ogni anno sarebbero infatti due milioni circa le vittime dell’inquinamento prodotto dalle attività umane, mentre arrivano a circa 470.000 quelle associate all’incremento delle concentrazioni atmosferiche di ozono.
Lo studio ha preso in esame le concentrazioni di PM 2,5, le polveri sottili di diametro inferiore a 2,5 micrometri, che possono penetrare in profondità nei polmoni causando tumori e altre malattie respiratorie, e sei modelli per i livelli di ozono, che ha vari effetti a carico delle vie respiratorie, tra il 1850 (inizio dell’Era industriale) e gli anni 2000.
“Le nostre stime fanno dell’inquinamento dell’aria uno dei maggiori fattori di rischio per la salute umana”, spiega Jason West, ricercatore dell’Università della North Carolina] “Le nostre stime fanno dell’inquinamento dell’aria uno dei maggiori fattori di rischio per la salute umana”, spiega Jason West, ricercatore dell’Università della North Carolina.
Nel secondo studio, pubblicato su “Lancet Oncology”, si dimostra che l’inquinamento atmosferico incrementa il rischio di tumore del polmone (in particolare adenocarcinoma) anche per livelli che sono al di sotto dei limiti stabiliti dall’Unione Europea. Nel secondo studio, pubblicato su “Lancet Oncology”, si dimostra che l’inquinamento atmosferico incrementa il rischio di tumore del polmone (in particolare adenocarcinoma) anche per livelli che sono al di sotto dei limiti stabiliti dall’Unione Europea.
L’analisi ha dimostrato che il rischio di tumore del polmone aumenta del 18 per cento per ogni incremento di cinque microgrammi per metro cubo di PM 2,5, mentre aumenta del 22 per cento per ogni incremento di 10 microgrammi per metro cubo del PM 10.
Contrariamente a quanto suggerito da precedenti ricerche il cambiamento climatico invece sembra avere un ruolo limitato nell’aggravare la situazione creata dall’inquinamento.