Comitato Ulivivo: «Xylella: nessuna archiviazione, udienza il 28 ottobre»
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Il Comitato Ulivivo fa sapere che è stata fissata per il 28 ottobre l'udienza durante la quale il giudice deciderà sulle 7000 pagine documentate dalle forze dell'ordine riguardo all'Operazione Xylella.
Il Comitato Ulivivo fa sapere che è stata fissata per il 28 ottobre l’udienza durante la quale il giudice deciderà sulle 7000 pagine documentate dalle forze dell’ordine riguardo all’Operazione Xylella.
«Distruzione di un intero habitat costituito dalla foresta di ulivi del Salento; falso ideologico e materiale, truffa, procurato allarme, indebito percepimento di erogazioni pubbliche sono solo alcuni dei reati rilevati dalla Polizia Giudiziaria di cui saranno chiamati a rispondere i vari soggetti coinvolti nell’Operazione Xylella»: afferma il Comitato Ulivivo in una nota.
«Al contrario di quanto affermato da certa stampa e da alcuni giornalisti, e da quanto auspicato da diversi politici nonché rappresentanti del mondo scientifico e associazionistico coinvolti nella vicenda, non vi è stata infatti alcuna archiviazione – prosegue il Comitato – Anzi. La data è quanto mai vicina: il 28 ottobre 2025 sarà il giudice a decidere sulle 7000 pagine di elementi fattuali dettagliatamente documentati dalle forze dell’ordine. Elementi che vanno arricchendosi di giorno in giorno, in quanto, il “disegno criminoso”, così definito negli atti della PG, è ancora in corso e continua ad essere causa della distruzione del territorio pugliese e delle economie locali ad esso correlate. Proseguono infatti migliaia di abbattimenti perpetuati malgrado innumerevoli evidenze scientifiche ed empiriche abbiano dimostrato in questi anni la loro inutilità e il lavoro della PG ne abbiamo sottolineato l’illegittimità».
«Così come continua a fluire un fiume di denaro fatto di finanziamenti europei e fondi pubblici, nelle mani di chi, in oltre un decennio di presunta emergenza, ha utilizzato il pretesto della xylella per arricchirsi, facendo di gran parte della Puglia un deserto – prosegue il Comitato – “Un giro d’affari milionario tenuto in piedi da monitoraggi manipolati e una narrazione mediatica allarmistica idonea a fomentare una ‘strategia dell’emergenza’, del vero e proprio ‘terrorismo psicologico’, specie attraverso i numeri delle piante infette in contrasto con le statistiche emerse dai dati ufficiali”, è il quadro inquietante emerso dalle indagini che a brave saranno portate in tribunale. Consapevoli di non poter far nulla per riportare in vita le migliaia di ulivi e di piante distrutte in questi anni, chiediamo giustizia per la nostra terra e i suoi cittadini, umiliati, offesi e depredati per troppo tempo. Il vaso di Pandora si è scoperchiato, è arrivato il tempo della verità e di un sussulto di dignità da parte di tutta la popolazione pugliese: è il momento di dire basta, di fermare l’ecocidio in corso, difendere la nostra terra e tornare a prendercene cura, prima che sia troppo tardi».
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