Al di là della loro attendibilità e del riconoscimento scientifico, ecco un elenco dei metodi usati per misurare l'energia vitale di un terreno.
Esistono diversi sistemi per cercare di misurare l’energia vitale di un terreno, di una coltura o anche di un ambiente. Riassumiamo i più usati, senza entrare nello specifico della loro attendibilità e riconoscimento da parte della comunità scientifica.
• Il biometro o Scala di Bovìs: dal nome dell’ingegnere francese Andrè Bovis (1871-1947), è un tipo di misurazione utilizzata per quantificare le vibrazioni.
• La cristallizzazione sensibile: un metodo qualitativo che evidenzia la «carica vitale» di un prodotto, analizzando la forma dei cristalli.
• La dinamolisi capillare: una variante della cromatografia su carta, la cui interpretazione estetica indica l’espressione delle forze vitali.
• La visualizzazione con Scarica di gas computerizzata (Gdv): basata sull’effetto Kirlian, attraverso l’elaborazione di un’immagine digitale permette di visualizzare la distribuzione del campo energetico e renderlo riproducibile.
• La cromatografia orizzontale di Pfeiffer: una variante della dinamolisi capillare specializzata, utilizzata per la valutazione e il controllo delle condizioni del terreno, del cumulo e dei compost.
• La fluorescenza della clorofilla: attraverso strumenti elettronici si misura la fluorescenza, che rappresenta una forma di dissipazione dell’energia luminosa da parte della clorofilla nelle piante.
• L’analisi dei cristalli di Hagall.
Segni indiretti: germinabilità, conservabilità, presenza/assenza di bioindicatori (pedofauna, enzimi, funghi, batteri, varie specie vegetali ecc.), migliore crescita e sviluppo armonico di germogli e altre parti della pianta.
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Brano tratto dall’articolo
La nuova ecologia rigenerativa