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Ipertensione: come prevenirla e affrontarla a tavola

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Stress, preoccupazioni e stile di vita scorretto possono portare all'ipertensione: la prevenzione e la cura partono, come spesso succede, dalla tavola. I consigli utili per l'alimentazione.
Ipertensione: come prevenirla e affrontarla a tavola

L’ipertensione arteriosa è un problema che, in Italia, colpisce una grossa fetta della popolazione. A volte lo stato ipertensivo marcia silenziosamente partendo da una sorta di “accumulo” di comportamenti disordinati che, insieme alle preoccupazioni, vanno a stratificarsi fino a formare un muro che non tarda a manifestare la sua ingombrante presenza: mal di testa localizzato alla nuca, vertigini, ronzio nelle orecchie, sanguinamento del naso.
Ogni persona ipertesa o predisposta all’ipertensione ha un percorso molto personale a cui guardare. Per facilitare la ricerca della propria strada, può essere utile la lettura del libro di Paolo Giordo, Ipertensione: prevenire e curare con il cibo (Terra Nuova Edizioni).

Il libro permette di fare chiarezza sui meccanismi fisiologici dell’ipertensione, sui fattori che potrebbero scatenarla o favorirla e su come si può contrastarla o addirittura risolverla modificando un po’ il proprio stile di vita. Innanzitutto, è importante avere ben chiari i fattori di rischio, che determinano una maggiore esposizione nei confronti dell’insorgere di questo scompenso. Possono essere classificati in non modificabili e modificabili. I primi sono l’età, il sesso e alcuni fattori ereditari. L’età perché, invecchiando, i vasi sanguigni tendono a essere meno elastici; il sesso perché, in generale, gli uomini sono più esposti (tuttavia non va dimenticato che, dopo la menopausa, le donne corrono gli stessi rischi); infine, avere familiari ipertesi potrebbe indicare la possibilità di acquisire tali modalità reattive del nostro organismo a vari stimoli ambientali o psichici.

Tra i fattori modificabili svetta l’obesità, a qualsiasi grado: un corpo che diventa più esteso e aumenta la sua superficie costringe il cuore a lavorare di più per spingere il sangue, che è nutrimento e ossigeno, fino alle sue più lontane periferie; altri fattori modificabili sono infine stress, fumo di sigaretta, farmaci come la pillola anticoncezionale e, importantissime, le abitudini alimentari.
Il cuore è una pompa e la pressione sanguigna è il rapporto tra la forza con cui il cuore spinge il sangue in circolo e la superficie dei vasi sanguigni; dunque la pressione aumenta se aumenta la forza di spinta e/o se si riduce la superficie dei vasi. Le cellule umane sono composte per il 95% di acqua, nella quale sono disciolte diverse sostanze; tra queste, per il buon funzionamento cellulare, risultano essenziali quattro elettroliti: sodio, potassio, calcio e magnesio, ognuno dei quali porta specifiche informazioni necessarie al controllo della pressione arteriosa e quindi all’equilibrio della cellula.

Prendiamo come esempio il rapporto tra sodio e potassio, la cosiddetta «pompa sodio-potassio»: ogni qualvolta il cuore batte e i muscoli si contraggono gli elettroliti entrano in azione, i messaggi passano da una cellula all’altra del nostro sistema nervoso, il sodio entra nella cellula e il potassio ne esce per fargli spazio; trasmessa l’informazione chimica, il sodio fuoriesce dalla cellula e il potassio riprende il suo posto; se con il cibo assumiamo più sodio del necessario (ad esempio eccedendo con il sale da cucina), il potassio non riuscirà a riprendere il suo posto e, di conseguenza, nella cellula stazionerà il sodio; è noto, però, che questo elemento causa ritenzione idrica che, a sua volta, fa aumentare il peso corporeo, quindi il lavoro del cuore e di conseguenza la pressione sanguigna.
Riguardo al colesterolo, Paolo Giordo ci spiega come sia una molecola essenziale per la salute delle cellule sia umane che animali. Circola nel sangue trasportato da due differenti tipi di lipoproteine: una è la cosiddetta LDL, chiamata anche colesterolo cattivo perché tende a depositarsi sulle pareti delle arterie riducendone il diametro utile, e aumentando quindi la pressione del sangue; l’altra lipoproteina è l’HDL, detta anche colesterolo buono, in quanto capace di rimuovere dalle arterie il grasso depositato. Uno dei pregi del libro di Giordo è quello di dare una spiegazione semplice e organica ad argomenti scientifici e normalmente oscuri.
L’attenzione a tavola è fondamentale: mangiamo tre volte al giorno, ogni giorno, e ciò che mangiamo è il primo responsabile delle sostanze che circolano nel nostro organismo. Alcuni esempi: potrebbe essere necessario assumere meno sale, sebbene l’ipertensione non sia a esso collegabile tout court: vi sono infatti intere popolazioni e singole persone che ne fanno un alto consumo senza che la pressione arteriosa ne risenta. Un problema differente ma collegato è il consumo di cibi conservati, che contengono spesso alte quantità di sale per aumentarne la piacevolezza al palato e migliorarne la conservabilità: ridurre o eliminare il consumo dei cibi conservati potrà aiutare a contrastare l’ipertensione o, quantomeno, a facilitarne la prevenzione.

A tavola è bene prestare attenzione anche ai lipidi, ossia i grassi, divisi in buoni e cattivi, proprio come il colesterolo; non a caso, i buoni favoriscono la sostituzione del colesterolo LDL presente nel sangue con il colesterolo HDL. Quelli cattivi sono contenuti nelle carni rosse, nei latticini, nel lardo e nei grassi vegetali idrogenati (poco costosi e dal sapore particolare), di cui sono ricchi i prodotti industriali, soprattutto biscotti e dolciumi. Fanno parte dei «buoni» i grassi monoinsaturi, di cui il principale è l’olio extravergine d’oliva, e i grassi polinsaturi, che contengono omega 6 e omega 3 e si trovano in oli spremuti a freddo e nei semi di lino. A tavola si possono trovare anche altri preziosi alleati: il cacao e il vino rosso, il pomodoro e il pompelmo rosa, il tè verde e i suoi estratti.
Anche l’esercizio fisico contrasta l’ipertensione. Con la camminata e la corsa leggera si attua meccanicamente la vaso-dilatazione, così vengono più facilmente ossigenate tutte le zone di vascolarizzazione periferica e questo contribuisce all’abbassamento della pressione sanguigna. Anche andare in palestra può essere utile, l’importante è praticare un movimento graduale ed aerobico; non vanno bene, invece, attività in cui predominano movimenti violenti e improvvisi come, ad esempio, il sollevamento pesi, nei quali il cuore si trova a dover sostenere uno sforzo improvviso. L’attività fisica va vista anche nell’ottica di «allentare» la presa dello stress sulla vita quotidiana, quindi saranno di valido aiuto le tecniche di rilassamento e auto rilassamento come lo yoga; da prendere in considerazione anche quelle discipline che mirano a padroneggiare i pensieri relativi a preoccupazioni concrete o ad una negatività più generale: neutralizzati quelli sarà ben più facile esercitare con naturalezza un controllo sul nostro stile di vita.

Paolo Giordo non trascura di illustrare i principali farmaci utilizzati dalla medicina moderna per la cura dell’ipertensione, indicandone gli effetti positivi e le controindicazioni ma al contempo non dimentica di individuare metodi di cura alternativi, quali la medicina tradizionale cinese, l’omeopatia, l’agopuntura, e soprattutto la fitoterapia, che prevede l’assunzione di sostanze naturali che, quasi sempre, sono prive di qualsiasi controindicazione. Ecco quindi che aglio, biancospino, vischio, olivo, Hibiscus sabdariffa, tiglio, valeriana, pervinca, cardiaca, luppolo, meliloto, lavanda, calendula, maggiorana, limone, sia freschi durante i pasti sia in fitopreparati, si trasformano in validi alleati per la salute.
Il libro è poi corredato dalle ricette della nutrizionista Giuliana Lomazzi, proposte e realizzate con il principio di utilizzare poco sale; a questo vengono sostituiti aromi e profumi che insaporiscono i piatti in modo salutare, uno fra tutti il dragoncello, pianta aromatica che nel nostro Paese meriterebbe maggior diffusione e che il ricettario non manca di esaltare. Altri aspetti interessanti di questa sezione del libro sono la valorizzazione di proteine altamente digeribili, il suggerimento di aggiungere a molte pietanze dei semi oleosi, notoriamente ricchi di grassi buoni, e le numerose ricette per la preparazione di dolci rustici, ideali per la colazione, per un break o come dessert di fine pasto.

Foto: Beta Xalfa per Pexels

PER APPROFONDIRE

Ipertensione. Prevenire e curare con il cibo

Nella prima parte di questo libro sono affrontati i principali fattori di rischio e proposte le migliori soluzioni per intervenire in modo naturale sul controllo dell’ipertensione, evitando così le sue complicanze tardive. Oltre ad affrontare il problema del sale e dei grassi, e i passi necessari per cambiare dieta, l’autore illustra i complementi alimentari, i prodotti fitoterapici e i principali rimedi omeopatici utili nella lotta contro l’ipertensione. Le oltre 80 ricette aiutano a “mangiare bene” a partire dal pane fino ai condimenti e alle salse, dalla colazione fino ai dolci.

Lo trovi qui

Ricettario "Ipertensione. prevenire e curare con il cibo"

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