L’approvazione del testo sull’agricoltura biologica in Commissione Agricoltura al Senato è un passo importante verso il varo di una legge attesa da anni da agricoltori e cittadini. Il punto di Maria Grazia Mammuccini.
Con l’approvazione del testo sull’agricoltura biologica in Commissione Agricoltura al Senato sembra finalmente in dirittura d’arrivo una legge attesa da anni da agricoltori e cittadini. Il testo è stato approvato all’unanimità con l’inserimento di alcuni emendamenti che completano l’articolo sulle sementi relativamente al materiale riproduttivo eterogeneo biologico come previsto dal nuovo regolamento comunitario sul bio. Inoltre è stata integrata la delega al Governo per la razionalizzazione della normativa sui controlli, per una sempre maggiore trasparenza, per l’innovazione del sistema attraverso l’impiego di piattaforme digitali e per la semplificazione delle norme.
Nella legge ci sono punti rilevanti per la ricerca, l’innovazione e la formazione, il riconoscimento dei distretti biologici e l’attivazione di una serie di strumenti per l’integrazione tra produttori e operatori della filiera biologica. Importante anche il riferimento alla biodinamica e all’introduzione del marchio «biologico italiano», che può rappresentare un’opportunità nell’ottica di dare più forza ai produttori agricoli.
La definitiva approvazione del testo è fondamentale in questa fase, affinché il nostro Paese si allinei agli obiettivi del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, che puntano a triplicare in Europa la superficie coltivata a biologico e a ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030.
L’Italia è un paese leader per il bio e occorre dotarsi degli strumenti necessari per governare la crescita del settore nel rispetto dei valori fondanti del vero biologico e per cogliere tutte le opportunità che le produzioni biologiche offrono per il territorio rurale, la ripresa economica e l’occupazione dei giovani.
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Articolo tratto dalla rubrica Mondo Bio
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