“Onora la sfogo”: la satira di Arianna Porcelli Safonov
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Torna anche a dicembre la rubrica satirica di Arianna Porcelli Safonov, pubblicata sulla rivista Terra Nuova. E che qui condividiamo anche con i lettori del web. Divertente, graffiante, provocatoria.
«A Roma esiste un istituto dermatologico molto conosciuto che da bambina ho frequentato più della scuola, ma molto meno della casa in cui vivevo con la mia famiglia, che poi è il motivo per cui mi è toccato bazzicare l’istituto dermatologico. Ci si andava con qualsiasi tipo di squamatura, la maggior parte delle quali riconducibili a una sola causa: stress non processato. A quell’epoca ancora non si parlava dei danni causati dalla cattiva abitudine di vivere in perenne stato d’ansia, ma noi eravamo dei pionieri. Ci finivamo a turno con diverse prescrizioni, tant’è che alla fine il personale ci dava del tu e gli infermieri gridavano dai corridoi, cose tipo: «Ancora voi, ragazzi? Ce la diamo una calmata?!». Fra i dieci e i sedici anni sono andata in giro con uno sfogo in faccia che sembrava disegnato da uno dei fumettisti delle figurine Sgorbions, mentre i miei fratelli erano casi affascinanti da studiare nei laboratori d’indagine sui ceppi ancora sconosciuti delle micosi esotiche.
Passata l’adolescenza e la fase Sgorbions, mi venne una corona di bolle che partiva dal mento e arrivava all’attaccatura del naso, una specie di cerchio di fuoco che pareva una bruciatura fatta con una di quelle lampade circolari che usano adesso gli influencer. Purulente e violacee, queste esplosioni mi facevano somigliare a un coniglio scuoiato, oltre che al soggetto ideale per pirotecniche prese per il culo di quei compagni di classe, brutti come certe raffigurazioni medievali, ma con la pelle liscia come fiori di serra. Spero sempre di rincontrarli oggi, quei maledetti, con le loro famiglie distrutte e venti chili di troppo; credo esistano pochi piaceri come rincontrare, dopo tanti anni, qualche compagno di scuola stronzo che se la sta passando male. Per il mio cerchio di fuoco, la dermatologa mi prescrisse una pomata composta al 94% da acido glicolico, da mettere mattina e sera, avendo sempre vicino un estintore.
Se non fossi morta ustionata, la faccenda si sarebbe risolta nel giro di un mese, perché si trattava semplicemente di uno sfogo: la dottoressa usò proprio questa parola. È una bellissima parola che ci ricorda quanto anche noi abbiamo la medesima esigenza biologica dei vulcani. E se non lo facciamo, se appunto, non ci sfoghiamo, il corpo trova il modo di farlo senza il nostro consenso e, se ci facciamo caso, tutte le cose che il vostro corpo fa senza chiederci il permesso sono sempre molto appropriate, ma terribili. Affascinata da questo processo, una volta diventata grande, io dello sfogo ho deciso di farci un mestiere. E voi, come onorate lo sfogo?».
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Arianna Porcelli Safonov è performer di monologhi di satira e critica al costume sociale. Laureata in Storia del costume, ha scritto due libri umoristici, Fottuta Campagna e Storie di matti (Fazi Editore). Dal 2018, collabora con l’Università di Pavia, con una docenza legata alle tecniche di improvvisazione applicate agli ambiti manageriali.
www.ariannaporcellisafonov.com
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