Cambiare il Campo: «In corteo il 14 giugno per dire no ai nuovi Ogm»
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La Coalizione “Cambiare il Campo” ha organizzato per il 14 giugno a Parma una mobilitazione per dire no alla deregolamentazione dei nuovi Ogm, noti come Tea.
La Coalizione “Cambiare il Campo” ha organizzato per il 14 giugno a Parma una mobilitazione per dire no alla deregolamentazione dei nuovi Ogm, noti come Tea.
Il ritrovo è fissato alle 15.30 davanti alla Stazione FS, piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, per muoversi attraverso la città fino al Parco Ex Eridania.
La Coalizione ha diffuso un “manifesto” con cui prende posizioni, dicendo sì alle pratiche che rispettano ambiente e salute e no a ciò che mette a repentaglio territorio e cibo.
I “sì” della Coalizione Cambiare il Campo
- Diciamo sì all’agricoltura contadina agroecologica, diffusa sui territori, di prossimità e svincolata dal capitale finanziario, che produce un cibo sano, non inquina e non distrugge l’ambiente.
- Diciamo sì al favorire la rigenerazione naturale della biodiversità, alla conservazione del suolo e dell’acqua, vere ricchezze delle comunità ed efficaci difese dalle avversità.
- Sì al fondamentale diritto dei contadini e delle contadine di conservare, riprodurre, selezionare partecipativamente e scambiare liberamente le proprie sementi.
- Diciamo sì all’autodeterminazione alimentare, alla costruzione di reti di piccola scala basate su relazioni di solidarietà e mutualismo, a sostegno dell’agricoltura contadina, col lavoro della terra in autogestione collettiva, non schiava delle leggi di mercato,
- Sosteniamo le realtà contadine, preservandole dalla scomparsa ed incentivando il ritorno alla terra per l’agroecologia in contrapposizione alle multinazionali dell’agricoltura e dell’alimentazione industriale.
I “no” della Coalizione Cambiare il Campo
- Diciamo no all’agricoltura 4.0 e alle altre soluzioni tecnoindustriali per la sperimentazione, la coltivazione e la deregolamentazione degli organismi geneticamente modificati: TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), NBT (New Breeding Techniques) o NGT (New Genetic Techniques), tutti nuovi nomi per nascondere quel che già ci fu propinato e contro i quali lottammo con successo 30 anni fa, i vecchi OGM.
- Diciamo no al cibo prodotto in laboratorio, non vogliamo essere le cavie di questa deriva scientista!
- Diciamo no al saccheggio e alla distruzione dei beni ambientali, alla “digitalizzazione” dell’attività agricola, sempre più dispendiosa, inquinante ed energivora.
«Non possiamo rimanere indifferenti al perpetrarsi dell’ennesima soluzione tecnologica per risolvere problemi provocati proprio da tecnologie e metodi chimico-industriali – spiegano dalla Coalizione – Forti interessi lobbistici condizionano la politica, l’informazione e i grandi sindacati agricoli, le molteplici agenzie per la sicurezza alimentare, ambientale e per lo sviluppo agricolo, nonché gran parte della ricerca pubblica e privata. La violenza operata dai sistemi di potere e la loro indifferenza per la salute pubblica è sempre più evidente e opprimente sulle nostre vite. Ci ritroveremo a Parma, dove ha sede l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che sta giocando un ruolo importante nei processi di deregolamentazione dei nuovi OGM e di manipolazione genetica di piante e animali. A Parma dove ha sede l’azienda biologica Podere Stuard, attualmente al centro dell’allarmante situazione che la vede protagonista della sperimentazione in campo di pomodori geneticamente modificati».
«La complicità fra governo, imprese, scienziati in conflitto di interessi e organizzazioni di categoria soffoca il dibattito e impedisce alle persone e ai contadini di far sentire la propria voce, da sempre contraria rispetto agli organismi geneticamente modificati – spiegano dal Centro internazionale Crocevia che partecipa alla manifestazione – Per questo è venuto il momento di organizzare una manifestazione contro i nuovi Ogm, denunciare il tentativo di deregulation in corso in Europa e puntare il dito sui responsabili di questa velenosa e sistematica falsificazione della realtà».
«Marceremo per mostrare le verità nascoste dalla cortina fumogena messa in piedi dai gruppi di interesse, che hanno perfino inventato nuove terminologie (Tea) per ingannare l’opinione pubblica, innescando un processo di deregulation orizzontale degli Ogm che potrebbe cancellare gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio sui prodotti e i processi dell’ingegneria genetica, esponendo le persone e i contadini ad effetti ecologici e sanitari non più analizzati a fondo – spiegano da Crocevia – La deregolamentazione ha il primario obiettivo di favorire scienziati e multinazionali che otterranno benefici economici dalla creazione di sementi manipolate coperte da brevetto, in un progetto di futuro nel quale il Dna degli organismi viventi può essere trasformato in proprietà privata. Questo schema rende i diritti dei contadini sulle loro sementi soggetti ai diritti di proprietà intellettuale delle imprese e apre scenari oscuri di sostituzione progressiva dell’agricoltura con la produzione artificiale del cibo e di ogni altra forma di vita. Noi non siamo d’accordo. Possiamo dirlo a buon diritto, perché abbiamo sulle spalle trent’anni di lavoro sui temi e le politiche della biodiversità agricola a livello globale e nazionale. Insieme a organizzazioni contadine e attivisti abbiamo contribuito alla creazione di quadri normativi che proteggessero l’agroecologia dalla minaccia degli Ogm e in generale dell’ingegneria genetica».
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LETTURE UTILI
La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

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L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;
L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.