Aiab: «Frutta e verdura nelle scuole siano biologiche»
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«Bene implementare frutta e verdura nelle scuole ma i prodotti devono essere biologici»: lo afferma Giuseppe Romano, presidente di AIAB, Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica.
«Bene implementare frutta e verdura nelle scuole ma i prodotti devono essere biologici»: lo afferma Giuseppe Romano, presidente di AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica.
«Il vero salto di qualità – dice Romano – è passare dalla fornitura di frutta e verdura convenzionale a quella biologica. Perché questo, oltre a nutrire in modo più sano i nostri giovani, sostiene le aziende bio, crea filiere locali e diventa motore di sviluppo per il settore di eccellenza del nostro agroalimentare».
«Il nuovo stanziamento del Ministero, così come comunicato, è destinato prevalentemente alle merende scolastiche, mentre sul fronte dei pasti biologici si registra un passo indietro che non può passare inosservato – prosegue Romano commentando la progressiva riduzione delle risorse stanziate dal Governo per il sostegno ai pasti biologici nelle mense scolastiche – Nel 2020 erano stati destinati 10 milioni di euro per questo capitolo ma si è passati a 5 milioni nel 2024 e a 4,6 milioni nel 2025, con una previsione di ulteriori riduzioni fino a 3,8 milioni di euro nel 2026. Una riduzione che appare ingiustificata e che rappresenta una evidente sproporzione rispetto alle risorse destinate alla ristorazione convenzionale».
«Non possiamo ignorare – aggiunge Romano – che questa dinamica rischia di penalizzare fortemente il comparto del biologico, proprio in un momento in cui famiglie e scuole manifestano un crescente interesse verso un’alimentazione sana e sostenibile. È lecito domandarsi quale sia la reale volontà di sostenere le filiere biologiche, di fronte a un progressivo ridimensionamento delle risorse e ad una distribuzione che appare sbilanciata a favore delle produzioni convenzionali. Chiediamo al Ministero di interrompere questa pericolosa erosione di fondi dalle mense bio e di invertire la rotta quanto prima con l’obiettivo di tornare perlomeno all’investimento del 2020. Una maggiore domanda di questo tipo di prodotti porterà una conseguente e significativa crescita della loro produzione. Un segnale importante del cambio di rotta che è necessario compiere verso la produzione biologica».
Foto: Viktoria Slowikowska per Pexels
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