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Slow Food: «A rischio i formaggi d’eccellenza con latte crudo»

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«Si sta costruendo una impalcatura di controlli costosissimi e difficili da sostenere da parte dei piccoli produttori artigianali di formaggi con latte crudo»: l’allarme è lanciato da Slow Food che spiega come le nuove norme rischino di stroncare le filiere di prodotti d’eccellenza del Made in Italy.

Slow Food: «A rischio i formaggi d’eccellenza con latte crudo»

«Si sta costruendo una impalcatura di controlli costosissimi e difficili da sostenere da parte dei piccoli produttori artigianali di formaggi con latte crudo»: l’allarme è lanciato da Slow Food che spiega come le nuove norme rischino di stroncare le filiere di prodotti d’eccellenza del Made in Italy. 

Le nuove linee guida diffuse dal Ministero della Salute destano grande preoccupazione per il futuro di molte aziende casearie italiane che producono formaggi a latte crudo. Dopo l’appello lanciato dall’Associazione Rurare Italiana, anche Slow Food esprime la propria contrarietà: «Le soluzioni individuate e consigliate dal Ministero prevedono controlli gravosi che vanno al di là delle possibilità economiche di molti produttori e sono spesso inattuabili per chi produce, in particolare, in alpeggio». 

Slow Food Italia ha messo a punto un documento che prende posizione sul tema, «consapevole della ricchezza incommensurabile che le produzioni a latte crudo rappresentano in termini di biodiversità, ecosistemi, razze animali, conoscenze e tradizioni, oltre che la loro importanza nella gestione ambientale delle aree interne già a rischio spopolamento» spiega l’associazione. «Il documento invita i decisori politici a valutare con attenzione e sensibilità le ragioni dei produttori artigianali a latte crudo che si sono sentiti chiamati in causa complessivamente, laddove le responsabilità sono da ricondurre a singole responsabilità. Questo documento chiede che sia difesa la dignità e il futuro dei formaggi a latte crudo e di tante economie montane, legate indissolubilmente alla conservazione dei territori, garantita dagli allevatori e dai produttori caseari. Siamo coscienti che l’Escherichia coli STEC può generare – in casi rarissimi –  problemi gravi ad alcune categorie di consumatori fragili, ma questo batterio si trova anche nelle carni crude, nei salumi, negli ortaggi, nelle farine, perfino nell’acqua che beviamo, eppure l’iniziativa del Ministero si concentra solo sui formaggi a latte crudo». 
«Nel 2023 i casi di contaminazione da STEC accertati in Italia sono stati 96, pari a un’incidenza sulla popolazione dello 0,0001%, e nessun decesso». Secondo Slow Food, riguardo al tema degli STEC, «anziché costruire un’impalcatura di controlli complessi e costosissimi, in un paese che già prevede controlli sanitari attentissimi e veterinari solerti, sarebbe opportuno prevedere un piano di formazione per produttori e allevatori e una corretta e attenta comunicazione per i consumatori, che preveda anche l’indicazione delle dovute precauzioni per le categorie fragili». 
Slow Food ha cominciato a lavorare sul latte crudo quasi 30 anni fa, nel 1997, con la prima  edizione di Cheese, a Bra (Cn), la manifestazione internazionale sui formaggi a latte crudo che riunisce nella piccola cittadina piemontese oltre 250.000 visitatori da tutto il mondo.  Ora la manifestazione è alla 15esima edizione, si svolgerà a Bra dal 19 al 22 settembre: «Vogliamo difendere i formaggi artigianali a latte crudo, insieme a tutta la sua rete e a tante altre associazioni e organizzazioni» spiega Slow Food.

LETTURE UTILI

IN DIFESA DEI CONTADINI

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L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa. I contadini, seppur ostacolati, continuano a rappresentare l’alternativa concreta alle lobby del cibo-merce.

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