La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 della finanziaria-bis 2011 che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali.
La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 della finanziaria-bis 2011 che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali. Tra questi, anche i servizi idrici, sui cui due mesi prima c’era stato un referendum. L’articolo 4 della finanziaria-bis 2011 che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi pubblici da parte degli enti locali, viola l’art. 75 della Costituzione, che vieta il ripristino di una normativa abrogata dalla volontà popolare, attraverso referendum. Questo il motivo centrale per cui la Consulta, con sentenza 199, depositata oggi, ha stabilito l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto-legge 138/2011, contenenti “ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”. “La sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato al norma sui servizi pubblici locali (detta anti-referendum) è una grande vittoria di democrazia che tutela il voto di 27 milioni di italiani e che dice chiaramente che le privatizzazioni sui servizi pubblici locali, non solo quelli che riguardano l’acqua, non possono essere realizzate perchè c’è un vincolo referendario”. Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che aggiunge:”Con questa sentenza i provvedimenti del governo Berlusconi, ma anche quelli successivi del governo Monti, sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali non sono applicabili perchè 27 milioni di cittadini si sono espressi contro la privatizzazione, così come ribadito dalla Corte”.
“La sentenza della Corte costituzionale rappresenta una sonora bocciatura del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che con disprezzo della volontà referendaria e del voto popolare ha cercato di privatizzare Acea, che gestisce l’acqua e l’energia nella Capitale”, conclude Bonelli. “Ricordiamo – dice ancora – che in moltissime città d’Europa, come ad esempio Berlino, la gestione dei servizi idrici è pubblica mentre altre capitali come Parigi che avevano privatizzato hanno deciso di tornare subito alla gestione pubblica”. Una “grande vittoria dei movimenti”. Così il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, promotore del referendum del 2011. Questa sentenza, che “blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quella del Governo Monti – rileva il Forum – ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Da oggi, dunque, è chiarito una volta per tutte quello che una grande campagna costruita dal basso, a cui 27 milioni di persone hanno detto sì: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici”.