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Ciclabili e trasporto pubblico: così migliora la vita in città

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Ciclabili e trasporto pubblico: così migliora la vita in città. E’ la conclusione cui si giunge dopo avere letto l’edizione 2013 del Transport and Environment Reporting Mechanism (TERM), pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA). 
L’edizione 2013 del Transport and Environment Reporting Mechanism-TERM (nell’allegato Pdf il testo integrale del rapporto), pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA ), presenta un’analisi a tutto tondo degli effetti che i sistemi di trasporto hanno sull’ambiente nell’Unione europea, con un particolare occhio di riguardo per i cambiamenti nei trasporti urbani che stanno avvenendo in molte città europee.
Il report si presenta diviso in due sezioni: la parte A fornisce una valutazione annuale sulle politiche dei trasporti ed ambientali della UE basandosi sul TERM-CSI (Core of Set Indicators), un gruppo di 12 indicatori selezionati da una rosa più ampia di 40 scelti dall’EEA per monitorare gli aspetti più importanti del settore dei trasporti. Fra i 12 indicatori si trovano: emissioni di gas serra, emissioni di inquinanti, esposizione al rumore da traffico, fastidio derivante da rumore da traffico, efficienza energetica e emissioni di CO2, quota di energie rinnovabili utilizzate, ecc.
La parte B si focalizza invece sul trasporto urbano e sui suoi effetti sull’ambiente.
Il trasporto urbano ha un marcato effetto sulla qualità della vita per i tre quarti degli europei che vivono in città perché il trasporto su strada è dimostrato essere una delle principali fonti di inquinamento atmosferico e fa sì che un’alta percentuale della popolazione sia esposta a livelli di inquinanti superiori agli standard prescritti dall’Unione europea e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
La serietà del problema è stata anche sottolineata recentemente dal documento dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) che ha classificato l’inquinamento atmosferico outdoor come cancerogeno.
Non solo le emissioni impattano sulla salute umana, ma anche il rumore da traffico gioca un ruolo di primo piano tanto che, secondo i dati riportati nella relazione, più di un quarto degli abitanti di Sofia, Lussemburgo, Parigi e Tallinn sono esposti a rumore da traffico notturno che sfora i limiti prescritti dall’OMS.
Ma a parte i problemi legati strettamente alla salute, la qualità della vita è anche influenzata da tempi di percorrenza giornalieri per recarsi sul luogo di lavoro/studio, per esempio i pendolari di Londra e Budapest viaggiano per più di un’ora prima di giungere a destinazione.
Molte città hanno migliorato con successo l’ambiente urbano affrontando la questione su due fronti: incoraggiando le persone a passare ai mezzi di trasporto non motorizzato o ad usufruire dei trasporti pubblici e, al contempo, limitando l’uso dell’auto. Si è visto che, nonostante un’opposizione iniziale, queste politiche riscuotono poi molto successo tra i residenti perché alla lunga dimostrano che le città possono trasformarsi in luoghi sani e piacevoli in cui vivere.
 Per esempio, in molte città è iniziato uno forte potenziamento delle infrastrutture per i ciclisti, basti pensare cha a Siviglia, in un solo anno, sono stati costruiti 80 km di piste ciclabili, permettendo alla città di conquistare il quarto posto nella classifica delle città “bicycle friendly”.
La maggior parte obiettivi monitorati in questo report derivano dal White Paper on transport del 2011 della Commissione europea che aveva l’ambizione di guidare il passaggio da una mobilità urbana personale basata sostanzialmente sull’uso delle auto, a una mobilità non motorizzata, con un’alta qualità nei servizi pubblici, autovetture “più pulite” e un trasporto merci più efficiente. Oltre agli obiettivi del White paper sono stati presi in considerazione anche altri target, come la quota di energie rinnovabili utilizzate o la quantità di CO2 emessa dalle nuove autovetture.
Il report evidenzia che:
– nell’Unione europea le emissioni di gas a effetto serra prodotte dai trasporti sono diminuite leggermente tra il 2010 e il 2011, ma sono ancora necessari profondi tagli per raggiungere l’obiettivo prefissato di ridurre le emissioni del 60 % ai livelli del 1990 entro il 2050.
– Inoltre, le riduzioni delle emissioni sono stati limitate da un aumento delle emissioni del trasporto aereo che è cresciuto del 2,6 % tra il 2010 e il 2011.
– Le nuove automobili sono più efficienti, in linea con la legislazione europea, suggerendo che molti produttori raggiungeranno il loro obiettivo 2015 di efficienza del parco auto prima del tempo. Ci sono però delle discrepanze fra le emissioni di guida e le emissioni registrate nel ciclo di prova, per cui sarebbe necessario introdurre un nuovo test standard internazionale.
– L’uso di energie rinnovabili nel settore dei trasporti non sta aumentando velocemente come sarebbe stato auspicabile, senza contare che la maggior parte di questa proviene da biocarburanti, che devono rispettare severi criteri di sostenibilità per essere calcolati.
Nell’allegato Pdf il testo integrale del rapporto.

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