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Foreste: la Banca Mondiale ha fallito

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La politica della Banca Mondiale per la preservazione delle foreste tropicali ha fallito: ad ammetterlo è lo stesso ente che però si rifiuta di riconsiderare il proprio approccio al problema.
La politica della Banca Mondiale per la preservazione delle foreste tropicali ha fallito: ad ammetterlo è lo stesso ente che però si rifiuta di riconsiderare il proprio approccio al problema.
“Le valutazioni della Banca Mondiale ha confermato quanto era già ovvio – ha spiegato Rick Jacobsen di Global Witness – è necessario che l’ente cambi politica”. Negli anni passati la Banca Mondiale ha sostenuto l’espansione dell’industria del legno nelle foreste pluviali di Cambogia, Camerun, Congo, Indonesia e Liberia. In Cambogia, Congo e Liberia, gli impatti di questo sviluppo sono stati denunciati dalle comunità locali, le cui fonti di sussistenza sono state seriamente danneggiate. Due ispezioni effettuate dal difensore civico della Banca Mondiale, hanno rilevato che il personale della Banca aveva commesso diverse violazioni.
“Il taglio industriale va a beneficio di poche imprese multinazionali del legno”, ha aggiunto Jacobsen. La valutazione delle politiche messe in atto dalla Banca Mondiale è stata effettuata  dal gruppo di valutazione IEG, divisione dello stesso ente. I revisori hanno visitato diversi dei paesi in cui la Banca opera con programmi forestali e hanno espresso conclusioni fortemente critiche. E’ emersa la responsabilità della Banca in numerosi altri aspetti, come il mancato coinvolgimento delle popolazioni locali e il risultato nullo, se non negativo, nella lotta alla povertà rurale, oltre al rischio che i guadagni finiscano sempre per ingrassare interessi potenti e corrotti.

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