Greenpeace: «Ecoansia, cresce il disagio nei giovani»
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L’emergenza climatica ha un impatto anche sulla salute mentale e sul benessere psicologico dei giovani: è quanto emerge da uno studio commissionato da Greenpeace e ReCommon.
L’emergenza climatica ha un impatto anche sulla salute mentale e sul benessere psicologico dei giovani: è quanto emerge da uno studio commissionato da Greenpeace e ReCommon e condotto su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (IEP), con la collaborazione di Unione degli universitari (UDU) e Rete degli studenti (RdS), e pubblicata sul Journal of Health and Environmental Research.
I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario compilato da 3.607 persone. Dalle risposte, emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni.
«Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali», spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello IEP. «Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico».
Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia. Dall’analisi emerge che l’impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l’ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici.
LETTURE UTILI
Il cambiamento climatico, l’esaurimento del petrolio, lo sconvolgimento economico e l’estinzione di massa rappresentano oramai un’emergenza planetaria di proporzioni schiaccianti. Speranza attiva ci mostra come affrontare la crisi ambientale, economica, ma anche esistenziale che stiamo vivendo e come riscoprire nel nostro profondo una resilienza inaspettata e un potere creativo.
Attingendo alla loro lunga esperienza di attivisti e alle loro conoscenze scientifiche, gli autori ci guidano attraverso un processo di consapevolezza e trasformazione personale in grado di fornirci gli strumenti per affrontare il disordine in cui ci troviamo e svolgere il nostro ruolo nella transizione collettiva, verso una società finalmente in grado di sostenere la vita.


